AUTOPRODUZIONE – FOLK CONTEMPORANEO/ITALIA 2009
“Questo disco vuole raccontare un viaggio musicale tra terra e mare. Terra come le sponde del Mediterraneo che hanno luoghi dove ancora oggi, per fortuna, vivono tradizioni che si diversificano nelle tante culture delle diverse etnie che li abitano. In mezzo il mare: un mare antico, da sempre liquido elemento di scambio culturale e non di divisione, come purtroppo oggi qualcuno vorrebbe che fosse e diventasse. Ma così non è e, speriamo, non sarà”.
Già Ulisse lo attraversò, lo percorse in lungo e in largo incontrando maghe, mostri, dei, sempre spinto dalla sete di conoscenza, di confronto e dal desiderio di mettersi continuamente alla prova. Il suo mito è vivo ancora oggi, ci affascina al punto che l’abbiamo come guida in questo nostro viaggio musicale… (…) Oltre Ulisse ci ha affascinato un’altra figura di uomo, viaggiatore anch’esso seppur dell’intelletto, che inseguì il sogno, ma anche il progetto, di guardare e conoscere la natura con curioso occhio da scienziato: Francesco Stabili, detto Cecco d’Ascoli, poeta che scrisse L’acerba, un’opera in versi in lingua volgare ascolana di divulgazione scientifica, e che a causa di questo fu bruciato sul rogo della Santa Inquisizione nel 1327. (…) Vasto può essere il mare, ma esso non esprime mai desolazione e solitudine e non esiste mare che non possa essere attraversato. Dura può essere la terra, ma sempre in essa in qualche modo scaturirà la vita, anche di genti che prima o poi si incontreranno se sapranno viaggiare per terra e per mare”. Questa la poetica del Canzoniere Piceno-Popularia, che torna a tre anni di distanza da “Viaggio in terza classe”, album autoprodotto secondo una storia e una politica che caratterizza il gruppo sin dalle sue origini (era il lontano 1975…). Una poetica a rischio di retorica, a voler ben vedere, tanti sono stati in questi anni i lavori ispirati – non sempre con gusto e intelligenza – all’idea di un rapporto complesso come quello fra le storie e le culture affacciate al Mediterraneo, oggi come allora risorsa e problema. Il Canzoniere, però, pur virando verso sonorità più popular e jazz (dall’ultimo album, non a caso, mancano organetto, chitarra battente e ciaramella) mantiene alta la qualità della sua proposta: con un sapiente melange di tradizionali e pezzi originali (a firma Argeo Polloni), il brillante uso della vocalità e l’ottimo apparato testuale, i tredici brani del CD sono una piacevole occasione di divertimento e riflessione: dall’incedere di chitarra dell’iniziale “Lu marenare”, al suggestivo medley di “La ‘nvidia/riturnella” (aperta e chiusa dall’intrecciarsi/sovrapporsi di voci che simulano l’ossessiva iteratività del rosario), all’invocazione in arabo di “Meu sidi Ibrahim” (mio amico Ibrahim), ogni brano rivela l’appassionata ricerca di un linguaggio espressivo personale nell’ambito del folk revival. All’ombra della scena dei festival più gettonati e dei concorsi a premi, il Canzoniere continua a intonare fieramente la sua voce fuori dal coro.
Luca Ferrari
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