Di Domenico Torta, del suo essere persona dalle milleuna sfaccettature ancor prima che musicista di rara versatilità e dalle risorse inesauribili, abbiamo provato a parlare nel numero 243 di FB e visto che non ci ha mandato al diavolo vuol dire che ci siamo riusciti decentemente (e chi lo conosce sa quanto non sia facile riassumere in una paio di pagine scarse la fenomenologia del soggetto). Cercheremo quindi di descrivere questo disco al di là di quanto potrete apprendere riferendovi al citato servizio-intervista. I Musicanti di Riva Presso Chieri, innanzitutto, è il gruppo che Domenico ha fondato nel 1995 per rivitalizzare le formazioni che fino a qualche decennio fa animavano le feste popolari (i quintet, i bandin, i musicant) con il ballo in cascina. Potendo contare su un organico composto da sette fiati e una fisarmonica, i Musicanti si muovono con disinvoltura fra musica e teatro, svolgendo una funzione preziosa di collegamento generazionale fra la cultura contadina e quella urbana, utilizzando i loro spettacoli per far conoscere storie di povertà ed emigrazione, strumenti poveri e auto costruiti, tutto un mondo che appare lontano ma che ancora ci appartiene. Questo disco ci presenta una selezione di marce e polke, mazurke e fox-trot, beguines e brandi dal loro repertorio, eseguiti con buona vèrve e senso dell’insieme, ma anche con una accuratezza che non ti aspetteresti da una realizzazione di questo genere: e qui, senza ombra di dubbio, salta fuori il Domenico Torta diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Torino, che scrive per sé e per la sua banda linee di basso intelligenti creative ma coerenti, pretendendone in cambio un’esecuzione perfetta (cosa rara nel mondo bandistico). Inserimenti di provocazioni jazzistiche o di arie aliene rientrano pienamente nella ricetta e conferiscono un gusto piccante in più, anche se dal punto di vista del coinvolgimento il climax si raggiunge quando Domenico lascia spazio alla sua mamma quasi novantenne che canta, emozionata ma non troppo, Mariana l’è n’ambissiosa. Un disco fuori dal tempo ma proprio per questo buono a tutte le ore, indispensabile per offrire un saldo ancoraggio alla tradizione e stimoli (vorremmo poter dire garanzie, ma andiamo cauti) alla tradizione musicale (e culturale) che continua a esistere e a divertire anche e soprattutto grazie a Uomini come Domenico, e la U maiuscola, per una volta, non è un refuso.
Roberto G. Sacchi
Torta, Domenico e i Musicanti di Riva presso Chieri – “Sare l’Uss e Bute Fora ‘l Gat” (CD)
Ethnosuoni – ES5367, 2008
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