CORASONG 003, 2008 – FOLK ROCK/ITALIA/TOSCANA
Dopo l’interessantissimo disco Delirio e Castigo, inciso nel 2006 con il collettivo ApuamaterIndiesFolk e a cui è seguito un fortunato tour, l’eclettico e talentuoso Davide Giromini, ritorna con un nuovo progetto, 2076: Il Ritorno di Kristo, inciso con una evoluzione della precedente formazione che prende il nome di Apuamater Cyberfolk. Quando nel 2006, Giromini diede vita agli Apuamater la sua intenzione era quella di creare un’idea di folk apuano, partendo dal presupposto che Carrara è priva di una tradizione musicale. L’obiettivo ci sembrò colto in pieno con il precedente disco ma ascoltando 2076, si ha la netta sensazione che l’idea di base si sia evoluta verso un meltin’ pot sonoro, che mescola new folk russo, jazz da osteria, suoni tradizionali, il tutto suonato con strumenti acustici filtrati attraverso i plug-in del computer. L’ascolto è esaltante, e laddove nel precedente disco si lamentavano arrangiamenti a tratti un po’ monotoni, 2076 brilla per eccellenti trovate sonore in cui l’elettronica pur giocando un ruolo determinate si mantiene sullo sfondo. In questo senso ci sembra determinante il lavoro dei musicisti che hanno affiancano Davide Giormini sia in studio sia sul palco ovvero Luca Rapisarda (voce e chitarra), Matteo Procuranti (voce e clarinetto), Michele Menconi (violino), Alessandro Daietti (percussioni), Flavio Andreani (batteria) e il fondamentale Gabriele Dascoli (basso) che ha curato il mixaggio e la produzione dei suoni multimediali. Non mancano alcuni ospiti d’eccezione come lo scrittore e cantante Marco Rovelli dei Les Anarchistes e la rock band dei Kobayashi. Il disco, procedendo attraverso spettacolari suggestioni sonore che si susseguono nei diciassette brani, racconta la storia laica e fantastica di un Cristo che torna nel 2076 per liberare l’uomo dall’alienazione mediatica. Kristo, il personaggio evocato nel corso di tutto il disco, è una sorta di partigiano che lotta per l’affermazione di un messaggio di libertà universale, la cui storia è ispirata da letture colte come I Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij e L’inchiesta su Gesù di Corrado Augias e Mauro Pesce. Nel corso dei vari brani si passa da citazioni su Ken Shiro ad ipotesi sul passato da zelota di San Pietro toccando ora temi come la schiacciante presenza dei media nella nostra vita e la perdita costante di libertà che stiamo subendo a favore di una massificazione del pensiero. Non mancano spunti dal presente come il ricordo tragico della morte di Carlo Giuliani, che viene evocato quasi fosse un martire moderno. Di 2076, piace la sconclusionata valanga di citazioni, di temi scomodi affrontati con la forza e il vigore che appartenevano solo ai dischi dei CCCP. Se amate la sperimentazione e siete alla ricerca di suoni nuovi nel filone della tradizione popolare questo disco vi sorprenderà, vi avvolgerà e vi farà riflettere, facendovi percorrere un viaggio nel futuro con gli occhi rivolti al presente.
Salvatore Esposito
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