Più di trecento concerti in sei anni sono un bel biglietto da visita. Assieme all’opening act, nel 2005, per Negroamaro e The Neck, la band irlandese guidata da Leeson O’Keefe (ex Popes). I Sine Frontera, arrivati al loro quarto lavoro in studio, rimangono fedeli alla linea proponendo un folk rock di forte impatto, ‘imbastardito’ da influenze che echeggiano sonorità sud americane quanto celtiche passando, perché no, dalla bassa padana anche con atmosfere tzigane per arrivare fino al reggae e allo ska. “20Now” è davvero un bel disco, immediato, diretto e ben suonato, che unisce testi intelligenti a sonorità moderne, non disdegnando di strizzare l’occhio ad un certo potenziale radiofonico. Qua e là emergono richiami a Negrita, Manu Chao e, ovviamente, Negroamaro. Ma se il tutto è filtrato con personalità e carattere, come in questo caso, il risultato si fa apprezzare. Un’anima meticcia insomma, come loro stessi la definiscono, che vive nel presente e ne fotografa (mal)umori, speranze e disincanto. Fabio Ferrari (basso), Simone Dalmaschio (percussioni), Paolo Sterzi (violino) e Marco Ferrari (fisarmonica) ci sanno fare, non c’è nessun dubbio. Come non c’è nessun dubbio sul fatto che sul palco trovano la loro dimensione migliore. Ma per questo disco hanno fatto un piccolo miracolo, riuscendo a trasportare in studio tanta dell’energia che li caratterizza durante le loro esibizioni. Bella e coinvolgente la title track, fulcro di tutto il lavoro, un viaggio rock nella memoria degli ultimi vent’anni, a partire dalla fatidica data della caduta del muro di Berlino; impietosa “Mefisto” nei confronti del mondo della finanza e dei giochi di potere. Non manca neanche un sentito omaggio a Giovanna Daffini, con un’interpretazione di “Sacco e Vanzetti” di forte impatto. Un disco da avere, di quelli che si ascoltano in macchina a ciclo continuo senza avere il coraggio di toglierli dal lettore per parecchio tempo.
Mario Giovannini
Sine Frontera – “20 Now” (CD)
Caotic Records, 2009
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