Siamo sinceri, un viaggio ad Anost sarebbe giustificato anche solo per la bellezza del Parco naturale del Morvan in cui Anost è magnificamente inserito. Un parco che ha una forte vocazione turistica, favorita da alcuni bellissimi laghi artificiali, e che può essere percorso per chilometri senza incontrare case e villaggi nel verde più verde del massiccio montagnoso del Morvan, un massiccio granitico arrotondato (le cime non arrivano a 1000 metri) situato nella regione della Borgogna. E questa zona del Morvan un po’ isolata – e come sappiamo le “isole” hanno saputo spesso conservare frammenti di tradizione e culture dimenticate nelle pianure urbanizzate – è stata negli anni una roccaforte di diversi ghirondisti attivi tra Ottocento e Novecento. E ha saputo conservare – o più propriamente “recuperare” – una grande attenzione per repertori musicali, vocali e coreutici (ad esempio con riferimento alle cosiddette bourrée del Morvan).
E forse è proprio parlando di isole culturali come il Morvan che si può meglio introdurre il lettore alla festa della ghironda, alla Fête de la Vielle che si tiene ad Anost dal lontano 1978.
Prima di raccontare la 39° Fête de la Vielle, una ciliegina sulla torta di qualunque viaggio in Borgogna e in Morvan, diamo alcuni dati storici della manifestazione.
La prima Fête de la Vielle si è tenuta il 21 maggio 1978 – a Montsauche, sempre nella zona della Nièvre – organizzata da Lai Pouélée, Association pour l’Expression Populaire en Morvan. Dal 1982 si sposta ad Anost, con un organizzazione che dal 1980 è in mano all’UGMM (Union des Groupes et Ménétriers du Morvan) e cha ha visto una crescita della manifestazione che nel 2007 (trentesimo anniversario) ha accolto 25.000 spettatori provenienti da tutta Europa, una ventina di gruppi invitati e centinaia di musicisti. Giunta alla 39° edizione, la Fête de la Vielle è ormai uno dei più importanti festival francesi di musica tradizionale. Un festival che ha saputo mantenere nel tempo, malgrado tutte le crisi economiche, una propria dimensione e cifra stilistica.
Vediamo ora di raccontarla in breve…
Nel fresco dei 550 metri sul livello del mare di Anost, la 39° edizione del festival (19, 20 e 21 agosto) rivela la sua calda accoglienza. Al di là dei tanti concerti, dei bal folk, degli stage di danza (Morvan, Poitou, Guascogna e Bearn), degli stage di canto e di strumento e delle conferenze, le note di ghironde, organetti, cornamuse e violini escono dai palchi ufficiali, sostano sui palchi della “scène ouvert” ed entrano poi nelle strade, nei bar, nelle tende, nelle case in un atmosfera di festa condivisa e sentita. Dovunque si sente musica. Chi suona uno strumento lo porta con sé creando jam session improvvisate tra musicisti – dilettanti o professionisti – e spazi per danzare. Un’atmosfera che ricorda, ma in una dimensione più contenuta, i primi anni del festival di Saint Chartier nel Centro Francia e di “Isola Folk” nei paesi intorno a Bergamo.
Continuiamo questa breve presentazione dell’edizione trentanovesima del festival di Anost ricordando alcuni dei concerti che si sono tenuti dal 19 al 21 agosto.
Innanzitutto gli ospiti quebecoise Le Vent du Nord, un gruppo di professionisti della scena canadese francofona, arrivati ormai all’ottavo album (“Têtu”). Uno spettacolo in cui Nicolas Boulerice (ghironda, piano, voce), Olivier Demers (violino, piede, voce), Réjean Brunet (organetto, basso, scacciapensieri, voce) e Simon Beaudry (bouzouki, chitarra, voce) hanno mostrato ottime doti tecniche, grande creatività e un’ottima capacità – non inusuale invero nella scena quebecoise – di tenere il palco e creare entusiasmo e partecipazione tra il pubblico.
Un altro concerto a cui non si poteva mancare era quello del Duo Artho Steizz: l’incontro tra un importante ghirondista – Marc Anthony, che con i “Café-Charbons” ha partecipato alla riscoperta della ricchezza del repertorio auvergnate – e una cantante/flautista e saxofonista – Julie Garnier. Un concerto interessante e originale d’ascolto, giocato su sonorità spesso tuttavia molto più simili ad un contesto di musica contemporanea che di musica tradizionale.
Sicuramente più facile l’ascolto, ma non meno ricercato negli arrangiamenti, del concerto del Trio Dhoore, un gruppo che rappresenta la nuova generazione dei musicisti folk fiamminghi. Musica da ballo e d’ascolto ispirata, con timbri morbidi, grandi capacità tecniche e una notevole sinergia musicale che forse solo tre fratelli (Koen ghironda, Hartwin organetto, Ward chitarra e mandolino) possono assicurare.
E infine il bellissimo suono della grande musette (24 pollici) del cornamusista Philippe Prieur a ripercorrere il repertorio del nuovo cd “Joueur de musette”. Un interessante lavoro, pubblicato nel 2015 dall’AEPEM e realizzato con un folto gruppo di musicisti (violino, viola, basso, clarinetto, organetto, …) con la presenza di Frèdèric Paris e di altri musicisti del “progetto” Chavannée.
Concludiamo con qualche accenno pratico relativo all’edizione 2016.
Per chi volesse utilizzare tende e camper la zona è attrezzata con un funzionale campeggio, ma, come in tutta la Francia, non mancano hotel e, specialmente, chambre d’hôtes che possono ospitare a prezzi contenuti ad Anost e nei paesi vicini. Il pass per il festival è costato (nel 2016) 60 euro. Un prezzo legittimato e giustificato dai tanti concerti, eventi e stage a cui il pass dà accesso…
Tiziano Menduto
Per informazioni: www.ugmm.org
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