Non dite subito “aiuto aiuto” di fronte al titolo, peraltro assolutamente poco originale, di questo disco. Dopo qualche ascolto vi renderete conto che, superato l’impatto iniziale qualche buon motivo d’interesse verrà fuori. Balcanico sì, quindi, ma anche Salento in chiave jazz, r’n’b, funky e pure un po’ d’elettronica.
Dopo una partenza in chiave balcanica, si passa subito a suoni più occidentali con l’r’n’b di Bubble, seguito a ruota da The Bridge, basato su un bel pianoforte dai sapori jazzistici. Ancora tempi dispari su Gambling e nel seguente Hora, dove il riferimento popolare è più evidente fin dal titolo. Dominano ambienti e atmosfere più cupe invece in No Trust e Breakfast Groove dove il sound vira in maniera più decisa verso un funk con forti contaminazioni di un progressive italico di genio degli anni andati. Una spruzzata di ska-reggae arriva con la sinuosa Blakey e poi l’album va a chiudersi con Sorcery: bell’idea, con pianoforte e fiati e la voce di Neffa, per un brano dancereccio che potrebbe piacere all’ambiente di un certo giovanilismo urbano.
I musicisti che formano il gruppo sono Cristian Martina alla batteria, Marco Rollo al piano e al synth, Giancarlo Dell’Anna alla tromba, Luca Manno al sax e Gianluca Ria al trombone e vantano tutti lunghe esperienze con Opa Cupa, Manu Chao, Sud Sound System, Negramaro, Folkabbestia, Roy Paci, Neffa, Richie Stephens. Lunghissima è la lista degli ospiti, che vede la partecipazione di Neffa, Rosario Giuliani al sax, Vincenzo Baldassare alla voce, Giorgia Faraone alla voce, Alessandro Monteduro alle percussioni, Lele Spedicato alla chitarra, Raffaele Rufio Littorio alla chitarra, Luigi Bruno alla chitarra, Rocco Nigro alla fisarmonica, Fabrizio Palombella al basso.
I VudZ hanno davvero qualche buona potenzialità, anche se un bel po’ di confusione aleggia all’interno di questo Balkan Trip. Troppa carne al fuoco, molto disparata e vien fuori l’assenza di una regia attenta a mantenere la barra produttiva verso un’identità precisa del prodotto.
Un album che ha diversi momenti molto piacevoli, che ci fa però sospendere il giudizio definitivo sul gruppo, in attesa di ascoltare il loro secondo disco. Le qualità di base ci sono tutte.
Gianni Giusti
Lascia un commento