Lunedì 6 febbraio, alle ore 19, l’Officina delle arti Pier Paolo Pasolini incontra Ambrogio Sparagna e Riccardo Tesi, mentre il 7 febbraio avrà luogo la proiezione di Lascia stare i Santi, con il regista Gianfranco Pannone e Fabrizio Gifuni.
Il primo incontro sarà un gioioso scontro a colpi di organetti, la cultura del Sud del Lazio che sfida i suoni dell’Appennino pistoiese. Da nord a sud, l’Italia dell’organetto, è l’incontro unico tra Ambrogio Sparagna e Riccardo Tesi, due virtuosi dell’organetto diatonico eccezionalmente insieme sul palco per testimoniare l’importanza delle nostre tradizioni, moderato da Felice Liperi e Tosca. L’appuntamento è il 6 febbraio alle ore 19 nella sede di Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini di Roma, l’innovativo progetto di alta formazione del teatro, della canzone e del multimediale guidato rispettivamente da Massimo Venturiello, Tosca e Simona Banchi. Un’occasione preziosa – con due giganti del folk-revival – per capire perché l’Italia sta vivendo un forte ritorno di attenzione verso la musica popolare.
Promossa dalla Regione Lazio con il Fondo Sociale Europeo in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e il Conservatorio Santa Cecilia, la nuova sede di Officina Pasolini è stata inaugurata lo scorso 30 novembre negli spazi Ex Civis, a due passi dal Ministero degli Esteri. Una casa per giovani artisti e allo stesso tempo un luogo pubblico integrato nella città per produrre e diffondere cultura, che con Sparagna e Tesi inaugura una serie di incontri gratuiti che ogni mese, fino a giugno, apriranno le porte al pubblico. Tra i prossimi: il 4 e 5 marzo la rappresentazione teatrale Chantecler la favola di Edmond Rostand diretta da Armando Pugliese, mentre il 29 marzo protagonista sarà la musica indipendente con ospiti d’eccezione: Giovanni Truppi, Bianco, Francesco Motta e Cassandra Raffaele, in una discussione guidata da Tosca e Niccolò Fabi. Sparagna e Tesi – che durante l’incontro si esibiranno con alcuni brani del loro repertorio – affronteranno un dibattito sul ruolo dell’organetto diatonico come strumento simbolo della musica popolare e del folk revival, ma anche una discussione per valorizzare la nostra tradizione musicale come memoria storica delle diverse Regioni italiane. Un tema centrale per ogni Paese che rispetti la propria memoria e cruciale in modo particolare per Officina Pasolini, che ha dedicato il corso Musica di quest’anno alla tradizione popolare e si propone di recuperare, anche in termini creativi e innovativi, gli stili e i linguaggi immortalati dai due artisti che hanno dedicato le proprie carriere a salvare dall’oblio voci e melodie della nostra memoria.
Legato all’incontro, e più in generale al tema dell’arte popolare sarà anche la proiezione, il 7 febbraio, del documentario Lascia stare i santi alla presenza del regista Gianfranco Pannone e di Fabrizio Gifuni, voce narrante nel film con Sonia Bergamasco. Distribuito dall’Istituto Luce Cinecittà e presentato alla passata edizione della Festa di Roma, è un viaggio lungo tutta la Penisola alla riscoperta delle tradizioni religiose popolari del nostro paese. Nel film, che il regista ha realizzato in stretta collaborazione con Ambrogio Sparagna (musiche e consulenza musicale) prezioso è l’apporto dell’Archivio Luce, da cui sono tratti documentari e cinegiornali d’epoca. Il materiale di repertorio asseconda questo viaggio nel mondo della religione popolare, che con sguardo laico Pannone rimescola in un percorso emozionale tra passato e presente. Le immagini religiose di oggi assumono un posto di rilievo in un’epoca che, come sottolinea lo stesso regista non sembra più anelare al sacro, ma di cui nel profondo la gente sente ancora il bisogno, in Veneto come in Sicilia, nel Lazio come in Puglia.
Questo film parla della necessità di riscoprire le proprie origini, la propria identità in un momento storico in cui l’occidente sta attraversando un periodo di grande crisi. La modernità, il nuovo a tutti i costi, ha portato a un progressivo livellamento culturale, a quella tragedia antropologica di cui parlava Pasolini e che ci ha appunto privato delle nostre radici. Il regista sottolinea la volontà di parlare di un popolo, il nostro, che viveva la religione come magia, strumento utile a rendere la vita quotidiana più sopportabile e a tenere saldo appunto il rapporto dell’uomo con la natura. Sparagna mi ha aiutato moltissimo. Mi ha guidato in questo universo festoso e mistico in cui non mancano le riflessioni dei nostri padri, i grandi intellettuali, i poeti che ci aiutano ancora oggi a interpretare la realtà – da Silone a Pasolini, da Scotellaro a Soldati, fino a Gramsci – letti da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni.
L’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, che non a caso prende il nome dal grande artista distintosi per la sua vocazione interdisciplinare, nasce tre anni fa con lo scopo di seguirne lo spirito e il percorso: esaltare le singole specificità degli studenti evitando la formazione in serie, che troppo spesso caratterizza scuole e talent. Accoglie settantacinque studenti tra i diciotto e trentacinque anni (venticinque per sezione), selezionati attraverso un bando e una successiva valutazione, per i quali la partecipazione ai corsi è gratuita.
OFFICINA DELLE ARTI PIER PAOLO PASOLINI
Da nord a sud – l’Italia dell’organetto
Officina Pasolini Incontra Ambrogio Sparagna e Riccardo Tesi
6 febbraio, ore 19
Teatro Eduardo De Filippo – Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini
Viale del Ministero degli affari esteri, 6 Roma
Lascia stare i santi
Visione del film e incontro con il regista Gianfranco Pannone
7 febbraio, ore 19
Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini
Viale del Ministero degli affari esteri, 6 Roma
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