AZTARNA RECORDS AZ007 – FOLK CONTEMPORANEO/PAESI BASCHI
Lo abbiamo ascoltato ed ammirato, negli anni scorsi, come leader dello splendido ensemble degli Alboka e ancora, in altre occasioni, nell’altrettanto fascinoso quartetto del chitarrista Balen Lopez de Munain, suo conterraneo basco trapiantato in Italia, a Verona.
Adesso, dopo più di una dozzina di album cui ha partecipato in differenti ambiti e formazioni, l’accordeonista e compositore basco Joxan Goikoetxea ha dato alle stampe il primo cd esclusivamente a suo nome, intitolato emblematicamente Innervisions. Più di settantacinque minuti di musica, suddivisi in diciotto brani, che tendono evidentemente a costituire un po’ una summa della poetica di un musicista indubbiamente dotato di indiscutibile tecnica sullo strumento, ma sempre portato a privilegiare al virtuosismo la costruzione di atmosfere e melodie di immediato, avvolgente impatto emotivo. Si senta, ad esempio, un suo strepitoso arrangiamento di un tradizionale basco, Bentatik Nator, per inebriarsi a pieno respiro della poetica epica, corposa e sensuale di Goikoetxea.
Il percorso artistico di Joxan è caratterizzato da eclettismo, molteplicità di interessi, legame con la tradizione popolare connotato peraltro dalla propensione all’innovazione. Il patrimonio popolare e d’autore dei Paesi Baschi, comunque, rimane sempre il bacino privilegiato cui Goikoetxea attinge. Ma un’altra influenza duratura e decisiva, nella sua poetica, è stata quella di Richard Galliano, con cui ha anche collaborato. Nella sua carriera Joxan vanta poi collaborazioni di caratura mondiale con Dulce Pontes, Noa, Marta Sebestyen, Kepa Junkera, Paco Ibanez.
Questa attenzione e questa apertura alle più diverse suggestioni emergono in Innervisions, ove a proprie composizioni e a propri arrangiamenti di brani tradizionali baschi si alternano anche riletture da colonne sonore come un tema dalla “Lista di Schindler” e dal “Padrino” di Nino Rota. Ci sono anche due brani ‘italiani’ cui Joxan ha dato il suo determinante contributo. Uno è firmato da Balen Lopez de Munain, ed è tratto dal bellissimo Lotuneak uscito a nome del quartetto di quest’ultimo; l’altro è Iosce Je Lu Sabete, tradizionale pugliese compreso nel recente, splendido album degli Uaragniaun U diavule e l’acqua sante.
Beppe Montresor
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