di Andrea Del Favero
Questo primo disco da solista di Gigi Biolcati si chiama Da spunda (che, letteralmente, significa di sponda, di traverso) e apre nuovi orizzonti all’italico folk. Percussionista prima con varie formazioni piemontesi, poi con Banditaliana e tutta una serie di collaborazione eccellenti (non ultima Bella Ciao e YouLook Trio), Biolcati proviene da una regione che rappresenta una delle realtà più vive del folk revival e della world music. Così come nel gioco del biliardo, fare gioco di sponda significa sfruttare l’effetto di deviazione o respinta prodotto da un urto, il mio lavoro è il tentativo di usare le difficoltà della vita trasformandole in opportunità per migliorarsi e rinnovarsi. – il nostro Gigi afferma che crivere le musiche e soprattutto i testi della maggior parte dei brani gli ha fatto scoprire aspetti e sfumature della sua personalità che, a mano a mano, sono diventate più evidenti, più forti, più insopportabili ma che alla fine si sono combinati e riappacificati.
In questo disco c’è davvero la vita di Biolcati che fa capolino da ogni traccia, in un linguaggio di non sempre facile comprensione, ma con questa forte pulsione ritmica che pervade tutto il disco e inevitabilmente ti fa muovere il piedino quando l’ascolti. Vi è tanta saggezza popolare nei testi messi insieme per quest’uscita discografica, storia di vita vissuta, paure, speranze, slanci e abbracci…
E tanti suoni: il Fast-Foot, che è una cassetta di legno suonata a piedi nudi, ormai diventata il marchio di fabbrica di Biolcati, varie percussioni, sintetizzatori, piani elettrici, una chitarra classica, un’altra chitarra rigorosamente autocostruita con materiali di recupero e suonata percuotendola con una bacchetta da ristorante cinese e una varietà di oggetti con sonorità diverse, dai vassoi metallici, alle damigiane, ai giocattoli… senza dimenticare il corpo stesso del musicista, perché la body-percussion è l’apoteosi della pulsione ritmica biolcatiana.
Questo è un disco raro, assolutamente unico nella discografia italiana, realizzato da un musicista tecnicamente eccellente, con grandissimi idee di arrangiamenti. Ho atteso a lungo prima di recensirlo, temevo sinceramente di non riuscire a trovare le parole giuste per spiegare ai nostri lettori questa bellezza davvero grande, che ti fa venir voglia di ascoltare e riascoltare, senza tema d’annoiarsi. Scoprendo ad ogni ascolto qualche piccolo particolare che la volta precedente era fuggito: un respiro, un accento, un atto d’amore… Perché, come si suggerisce Gigi Biolcati: Quando c’è l’amore, c’è la forza di fare un altro passo, di andare avanti, di crederci ancora.
Come amava dire sua nonna: Se l’ amore c’è… la gamba tira il pè…
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