di Gianni Giusti
Questo Southern Star è in realtà un mini album, che contiene solamente sei tracce preziose. Un progetto delizioso, tre canzoni a testo, in uno scambio reciproco di piacevolezze e cortesie, giungendo però a un risultato finale notevole, con un suono generale del disco decisamente interessante. Sono quelle piccole magie che accadono quando due amici, e bravi musicisti, si siedono a un tavolo e mettono giù le loro idee, con affetto e confidenza, giocando con sincera passione con le corde delle chitarre e intrecciando ammirevolmente le voci.
C’è un dichiarato amore per John Renbourn per Emma Tricca e Bert Jansch per Jason McNiff e in queso disco c’è davvero qualche eco di quegli incontri-scontri che hanno fatto grandi Bert & John. Anche se, a dirla tutta, il risultato finale a noi riporta molto a Richard e Mimi Fariña.
In questo disco c’è soprattutto la voglia di fare un pezzo di strada in comune. Il primo brano, quello che da il titolo all’intero album, Southern Star, è giocato su delicati giochi di fingerpicking, con atmosfere sonore inevitabilmente ispirate agli anni Sessanta. Paris Rain proviene invece dal primo disco di Emma Tricca, un brano di forte suggestione. Sono canzoni che parlano di vita quotidiana, quella dei musicisti on the road, i viaggi, il passare del tempo, le attese. L’album continua con la coinvolgente Middletown scritta dalla Tricca e cantata da McNiff, mentre nella successiva New York, un brano di McNiff, è la musicista italiana a consegnarci una versione di toccante intensità. Completa infine questo breve disco il blues Southbound Train.
Un piccolo gioiellino, questo disco, prodotto da Tommaso Colliva, che ha precedentemente lavorato con Ministri, Afterhours, e molti altri) per l`etichetta Dell`Orso: belle ripresa del suono e ottima scelta di mix e masterning. Consigliato.
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