di Felice Colussi
Talea è una versione extended play delle musiche a me più care – afferma lo stesso Paolo Angeli presentando questa sua nuova fatica discografica – che hanno caratterizzato con continuità i tour intercontinentali 2015/16. L’ossatura del lavoro è basata sui concerti in Giappone, Brasile e Australia, con parti estratte da esibizioni negli Stati Uniti e in Turchia. Oltre alle esibizioni nei teatri di oltreoceano, c’è spazio anche per l’altra faccia della medaglia, quella dei clubs, contesti che permettono una maggiore intimità e sviluppo delle idee. Alcuni brani sono stati registrati in Italia, come testimonianza dei tour promossi da diverse associazioni culturali; poi ci sono le tracce del Museo Nivola e del Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola, un ritorno a casa che rappresenta un omaggio alla radice sarda e alla sua rivisitazione contemporanea…
Questo doppio album – testimonianza di oltre 60 concerti, registrati su quattro canali (due dal mixer e due dalla ripresa di sala) – è umano, istintivo, immediato e imperfetto come tutti i live. Decidevo sul palco quale sarebbe stata la scaletta della serata, basata su oltre quattro ore di repertorio, per cui nessuna esibizione era uguale alla precedente, mutando profondamente a seconda delle latitudini e del contesto. L’improvvisazione costituisce il cuore pulsante di questo processo creativo, intesa come materiale di collegamento e come sviluppo delle strutture. Per la prima volta ho dato maggior risalto alla voce ed alla rivisitazione della musica sarda, aspetto che conferisce un carattere tridimensionale alla tessitura della chitarra orchestra.
E’ davvero difficile trovare una definizione per la musica di Paolo Angeli. Musica da ascoltare con attenzione, lasciandosi prendere e coinvolgere dalle sue malie. Ci sono radice della sua Sardegna, della Corsica, del Mediterraneo e tutto arriva alle corde della sua chitarra attraverso una profonda vena improvvisativa dietro alla quale si cela in realtà una profonda ricerca musicale e anni di studio tecnico sullo strumenti
Dal ballo di Circolare a uno Stabat Mater memorabile a Corsicana, Miani, Baska, Asso di spade, e mille altri umori che filtrano dalla sua chitarra sarda preparata e speso suonata come un violoncello, ci riportano ai suoi concerti dal vivo, che sono dei veri e propri happening, cangianti all’infinito, appassionati e appassionanti, in un parola concerti per persone pensanti.
Stupefacente.
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