di Felice Colussi
Secondo appuntamento per le selezioni del concorso Suonare@Folkest. Questa volta è di scena la Sicilia, una terra che vanta tradizioni popolari di grande interesse e una qualità media dei musicisti in attività davvero elevata. Ciò che forse è mancata, negli anni, è stata una corretta ed efficace promozione al di fuori dell’isola stessa, diciamo un’operazione di marketing culturale, in qualche modo…
La serata palermitana che ha visto le selezioni isolane per il concorso Suonare@Folkest 2018 ha confermato in pieno questa visione. Teatro della contesa la bella sala del Teatro Jolly che, con la sua curatissima acustica e le attrezzature tecniche di primordine (per non parlare degli operatori, che si si sono dimostrati di più che ottimo livello), è davvero un luogo ideale per questo tipo di manifestazione. Il Teatro Jolly, con i suoi poco meno di quattrocento posti, rappresenta un esempio di come possa essere gestita un’organizzazione culturale di alto livello anche in situazioni difficili, privatamente e con grande effcienza. Anche la selezione palermitana del concorso Suonare@Folkest ha goduto di un’organizzazione impeccabile (nelle salde mani di Francesco Giunta, che ha introdotto e presentato da par suo) hanno fatto di questa serata un momento di grande musica. Ovviamente grazie anche agli artisti che si sono alternati sul palco.
Uno spettacolo davvero vario, viste le grandi differenze tra le proposte in gara. Hanno aperto Le matrioske, un quartetto formato, da sinistra verso destra guardando il palco, Roberta Miano al violino e alla voce; Ciccio Piras alla voce, chitarra e grancassa; Simona Ferrigno alle percussioni e alla voce e Vita Maiorana alla fisarmonica e alla voce.
Pezzi propri, ispirati alle tradizioni siciliane, ma anche alcune danze tipicamente bal folk, interpretate in salsa sicula. Piacevoli e divertenti, gran bella proposta.
A seguire è salito sul palco Manuel Bellone, un folksinger palermitano che ama esprimersi in inglese, abituato a macinare chilometri in giro per l’Europa per portare ovunque possibile la sua musica. Rodato, con canzoni molto piacevoli, gran bella presenza di palco. Una sicurezza.
Terzo in ordine di apparizione il catanese Franco Presti, dall’elevato tocco chitarristico e dalle idee ben precise su cosa si possa fare su una chitarra folk. Grande tecnica, grande idee musicali e controllo delle dinamiche e del suono.
A questo punto, avrete capito che per la giuria, presieduta da Andrea Del Favero (direttore artistico di Folkest) e composta da Francesco Giunta (per una sera non in vesti artistiche, sebbene reduce dal successo delle sua riproposta in siciliano de La Buona Novella di De André), dalla cantante Laura Mollica e dai musicisti Totò Nocera dei Pupi di surfaro, e Giuseppe Greco.
Davvero difficile la scelta, vista la bravura e la disparità di generi proposti. Al termine la giuria, all’unanimità, ha deciso che La matrioske risultavano le vincitrici della serata, mentre Manuel Bellone e Franco Presti si piazzavano al secondo posto pari merito. Suoneranno tutti a Folkest 2018.
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