di Gianni Giusti
Lizz Wright è nata in Georgia. Fin dall’inizio della sua carriera si è proposta come un’interprete unica, grazie al suo inimitabile rimescolamento di jazz, soul e folk. Il suo stile seducent e una vocalità che l’hanno fatta paragonare a Norah Jones, è cresciuta in una famiglia di grandi passioni musicali affinando il suo talento come cantante della vocal band degli In The Spirit.
I suoi inizi sono quindi nella musica gospel e nel pianoforte suonato in chiesa, per poi allargare i suoi interessi alla musica jazz e al blues. I suoi studi sono proseguitialla Georg State University di Atlanta e alla New School di New York. Nel 2000 è entrata nella formazione del quartetto Gospel di Atlanta e nel 2002 ha firmato il suo primo contratto discografico con la Verve Records. Il suo primo album «Salt» del 2003 ha raggiunto il secondo posto nella classifica Billboard Top Contemporary Jazz del 2004. La sua musica può essere considerata un mix tra musica jazz e pop, con momenti che si avvicinano alla musica popolare. Il disco, Dreaming Wide Awake, è stato pubblicato nel giugno 2005 e ha raggiunto il primo posto della classifica Top Contemporary Jazz del 2005 e 2006. Nel 2008, con il suo terzo album, The Orchard, Lizz Wright fa un altro passo significativo supera i confini tra generi diversi, offrendo una dinamica senza pari. Il repertorio, in gra parte costituito da sue composizioni, segna il suo inconfondibile stile personale. Nel 2012 segue il quarto album Fellowship, con mistiche presenze sacre prese dai Vangeli e musiche da Jimi Hendrix, Eric Clapton e Gladys Knight, passando da Joan Wasser. Nel 2015 l’album Freedom & Surrender ha continuato a farla salire in cima alle classifiche e singolo Lean in si è affermato nella playlist estiva 2016 dell’ex presidente americano Barack Obama.
Giunge ora il suo sesto album, Grace, prodotto da Joe Henry (e scusate se è poco…). Una raccolta che la vede all’opera con una serie di autori da far impallidire, dalla Nina Simone di Seems I’ve Never Tired Of Loving You, al Bob Dylan di Every Grain Of Sand, e continuando con le firme di Allen Toussaint in Southern Nights, Ray Charles in What Would I Do, K.D. Lang in Wash Me Clean, e Singing In My Soul, uno dei più celebri cavalli di battaglia di Sister Rosetta Tharpe. Ebbene, Liz non si fa certo intimidire, affronta tutto con piglio deciso, grazie alla sua voce che non ha bisogno di fare acrobazie per calamitare l’ascolto ed emozionare.
Giustamente sobria la produzione di Joe Henry, con un contributo di Marc Ribot nel classico standard degli anni Trenta del Novecento Stars Fell On Alabama.
Gran bel disco, godibile e piacevole, non solo per gli appassionati del genere.
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