di Felice Colussi
Ci preme sottolineare quanto gli studi sulle parlate locali siano fondamentalmente legati alle ricerche etno-musicologiche. Il suono di una lingua varia nei diversi paesi e addirittura di borgata in borgata. Allo stesso modo l’eapressione musicale assume inflessioni diverse.
Ben vengano quindi lavori lavori come questo di Davide Maria Cagnata, laureato in Giurisprudenza, ma da sempre malato di musica. Ha fatto parte di diversi gruppi musicali e pubblicato un’intera opera musicale.
Un libro dedicato alla parlata di Castel D’Ario,un paese del mantovano assurto alla notorietà per aver dato i natali al leggendario pilota Tazio Nuvolari.
La gente di Castlàr (Castel d’Ario) è sempre stata irriverente, ribelle, pungente, beffarda, sarcastica, irrispettosa, impertinente, sfacciata, sfrontata, impudente, caustica, maligna. Così è sempre stata anche la loro lingua. Scopo di questo testo è salvare quanto possibile di un patrimonio culturale in via di estinzione, poiché una lingua che non viene parlata è destinata a dissolversi. Non sono stati inclusi vocaboli, modi di dire, proverbi e altro materiale presenti anche in italiano, o molto simili.
Niente è meno oggettivo di un idioma: molti non saranno d’accordo – chiosa Cagnata – con i termini usati, le definizioni, gli esempi, i significati, le varie versioni, e individueranno molti vocaboli, modi di dire e proverbi mancanti, ma dopo venticinque anni di raccolta del materiale era doveroso porre un limite a questa operazione che potrebbe proseguire all’infinito.
Si è cercato di dare un’immagine vera di quanto sia vibrante, sanguigna, umorale, spietata questa parlata, si è perciò scelto di inserirvi tutto a parte le espressioni blasfeme.
Si astenga quindi dalla lettura – conclude l’autore – chi è infastidito dalle cosiddette parolacce, di cui questo libro, come questa lingua, sono pieni.
Per quanto riguarda l’ortografia, ogni problema è stato affrontato considerando soprattutto un criterio: cercare di rendere la lettura agevole non solo a chi conosce già la lingua, ma possibilmente anche a chi la affrontasse per la prima volta.
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