di Gianni Giusti
Nuovo disco per il Canzoniere Grecanico Salentino, gruppo attivo dalla metà degli anni Settanta e principale punto di riferimento per la musica salentina.
A trent’anni di distanza viene da chiedersi quanto sia cambiato il Salento e quanto saranno cambiati loro? Loro sicuramente sì: Mauro Durante, tamborra e violino, ha seguito il padre e fondatore Daniele Durante alla guida del gruppo dal 2007 e con lui Emanuele Licci (figlio di un altro dei fondatori del gruppo, Roberto Licci), Giulio Bianco, Alessia Tondo, Massimiliano Morabito, Giancarlo Paglialunga e Silvia Perrone hanno continuato a rinnovare il percorso dei padri oltrepassando i confini della nostra penisola: innumerevoli spettacoli tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente come bandiera della world music italiana nel mondo e collaborazioni con artisti come di Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Erri De Luca, Ballake Sissoko, Ibrahim Maalouf, Fanfara Tirana, Stewart Copeland dei Police hanno portato il Canziere Grecanico Salentino ad essere riconosciuto come uno dei migliori prodotti musicali italiani.
Sostenuti ora da un ottimo management come Ponderosa Music, rappresentano in effetti l’esempio di come si possa intelligentemente coniugare al giorno d’oggi spinte moderniste e conoscenza delle radici. Quest’album ne è un bell’esempio. E’ stato registrato tra Lecce e New York, con una serie di ospiti internazionali come il chitarrista inglese Justin Adams, il cantautore anglo-francese Piers Faccini, il violoncellista Marco Decimo, il pianista danese Rasmus Bille Bähncke, Michael Leonhart, Steve Skinner, Scott Jacoby: un melting pot salentino a stelle e strisce.
Il risultato è unico: le basi ritmiche e i cori polivocali sembrano quasi una drum machine, gli strumenti della tradizione come il violino e l’organetto s’intrecciano alle chitarre elettriche, ben sostenuti dai giri di synth basso. E poi c’è il consueto Salento, e scusate se è poco…una vita semplice scandita dai tempi della natura, nei ritmi del mare, in una Puglia globale che potrebbe essere il Maroccco, India, America senza essersi mai mossi da Melpignano. Bel disco.
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