di Alessandro Nobis
A un anno di distanza dal precedente ottimo Live in India, Officina Zoè pubblica un doppio lavoro per la Kurumuny, una raccolta di brani registrati dal vivo dal 2001 al 2015, quindici anni di storia di questo straordinario gruppo pugliese, durante i quali ha avuto l’occasione di dividere il palco e di entrare in perfetta sintonia con alcuni dei musicisti più prestigiosi del mondo della musica tradizionale e di quella afroamericana; una sintonia costruita sulla potenza del suono, sulla ricerca e riproposizione, sull’affiatamento e sulla credibilità costruita nel tempo, una sintonia dove Asia, Africa, Europa e America si incontrano con suoni, voci, melodie, strumenti che fanno di questi due CD una grande festa di World Music nella sua più profonda accezione.
Naturalmente poi ogni gaudente fruitore di questi Incontri sceglie i suoi eroi preferiti, pertanto io segnalo i due brani (soprattutto il significativo spiritual By the river of Babylon) con il maliano Baba Sissoko e Famoudou Don Moye (il batterista dell’AEOC, quello più vicino alle origini africane del jazz), quelli con la cantante lappone Mari Boine Persen (splendido il tradizionale Gilvve Gollat) che duetta con il violino di Giorgio Doveri e infine le voci ancestrali e gli archi e di Hosoo & Transmongolia in Hartai Sarlag che magicamente duettano con i suoni e il vocalizzo mediterraneo.
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