di Gianni Giusti
È finito il Sessantotto? – 50° è una raccolta di bran, pubblicati a suo tempo dal I Dischi del Sole, un’etichetta che rappresenta la memoria storica di un certo periodo e di una certa parte politica italiana. Trentadue brani che ripercorrono le tappe più significative di quel periodo di contestazione sociale e politica, all’interno dei quali è stato trovato spazio anche per due inediti, scritti per l’occasione, Tornerà a soffiare il vento di Paolo Pietrangeli e Dal ’68 al blog di Giovanna Marini.
Spiccano, tra gli altri, alcuni documenti storici di importanza mondiale, come le registrazioni originali di Che Guevara nel suo intervento all’ONU del 12 Dicembre 1964 e di Fidel Castro con la sua Lettera di commiato dal Che.
Sono presenti invece brani che furono la colonna sonora di quegli anni, di Paolo Pietrangeli, Ivan Della Mea, Rudi Assuntino, Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli, Alfredo Bandelli, Diego De Palma, Pino Masi, Giovanni Poggiali e Annie, Fausto Amodei, Michele Straniero, Paolo Ciarchi, Gianni Nebbiosi.
La copertina della ristampa È finito il sessantotto? – 50° è un’opera originale del vignettista Vauro Senesi.
Obiettivo della ripubblicazione da parte di Ala Bianca, che ha rilevato il catalogo dei Dischi del Sole, è quello di preservarne la memoria storica.
Siamo convinti dell’importanza e della validità del nostro sforzo, partendo dalla considerazione che la storia non è fatta solo di trattati e guerre, di personaggi illustri ed eroi, ma anche di fatti minimi, di uomini umili, di gesti quotidiani – spiega Toni Verona, fondatore di Ala Bianca – I dischi del sole” sono un’occasione per leggere in modo diverso la storia degli uomini, delle idee, delle lotte che hanno costruito il nostro paese. Vogliamo riproporli per offrirli a chi li conosce già e oggi guarda al passato con gli occhi del presente, ma soprattutto per far conoscere queste voci anche ai giovani che vivono il presente con lo sguardo rivolto al futuro e sono alla ricerca di un loro mondo e di una loro concezione dei tempi che cambiano. Ala Bianca ha messo in campo la propria sensibilità e competenza professionale per la tutela di un bene culturale, che non può limitarsi alla mera conservazione, ma deve essere diffuso e divulgato al fine di impedirne la consunzione e la perdita.
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