TACADANCER/SHEHERAZADE SHECDTD004, 2010
Prosegue la pubblicazione di Cd a marchio Sheherazade nella collana TacaDancer, ovvero “Il liscio cambia pelle-La musica dei nostri nonni oggi suona così”. Una iniziativa spettacolare e discografica di successo che da qualche anno ha riattualizzato, attraverso accurate reinterpretazioni, il patrimonio musicale legato al repertorio di ballo più amato e più praticato dagli italiani. In questa stessa collana, tanto per capirci, quel piccolo capolavoro che è “L’Osteria del Fojonco” de I Violini di Santa Vittoria con Riccardo Tesi e Claudio Carboni, del quale già parlammo a suo tempo. In questo episodio, che coinvolge i due chitarristi Antonio Stragapede e Daniele Dall’Omo, due chitarre vintage costruite sul modello delle celebri Selmer Maccaferri -che negli anni Trenta tanto piacquero agli amanti del genere manouche- affrontano il repertorio in voga a Bologna nelle prime decadi del secolo scorso, originariamente eseguito principalmente per fisarmonica cromatica o diatonica. Con l’attenta produzione di Claudio Carboni, Stefano Melone e Andrea Bonacini, il disco si dimostra subito assai godibile e la forzatura di aver trasferito sulle spalle di uno strumento, ai tempi considerato solo armonico-ritmico, tutta la forza espressiva delle melodie quasi non si percepisce, laddove -quando i limiti imposti dalla tecnica esecutiva chitarristica sono insuperabili- soccorre il sentimento, il cuore, la passione: e in questo i due strumentisti rivelano il loro più o meno recente trascorso di esperienze, l’uno allievo –fra gli altri- di Armando Corsi, l’altro accompagnatore di Paolo Conte. Certo, ascoltare “Battagliero” di Tienno Pattacini o “Speranze perdute” di Alessandro Morelli per duo di chitarre ha un effetto un po’ straniante, quasi provocatorio, ma tanto tanto piacevole per chi, come chi scrive, ha spesso qualche problema ad accettare la chitarra solista (flat o fingerpicking che sia) impegnata in parti quasi esoterici che travalicano il puro astratto tecnicismo. Qui c’è tanta umana sostanza, e il sangue che corre dalla testa alla punta delle dita è veramente caldo. Sconsigliabile a chi ama le solite cose e non prova piacere a lasciarsi stimolare dai tentativi coraggiosi. www.sheherazade.it andrea.bonacini@sheherazade.it
Roberto G. Sacchi
Lascia un commento