di Alessandro Nobis
Chi ancora pensa che le tradizioni della Sardegna siano immutabili nel tempo, con questo bel lavoro di Ester Formosa e del duo Elva Lutza subisce un colpo decisivo alle sue convinzioni. In realtà sono parecchi i musicisti che partendo dalla memoria hanno saputo e sanno ancora percorrere sentieri che li fanno apprezzare in molte parti del mondo. Il geniale Paolo Angeli, per fare un esempio, e tra gli altri spiccano appunto Nico Casu (trombettista e cantante) e Gianluca Dessì (plettri) che in collaborazione con la cantante catalana Ester Formosa hanno confezionato questo prezioso lavoro, Cancionero che il segue il pregevole Amada nato da una collaborazione con Renat Sette.
Canzoniere appunto, una splendida raccolta di canti, eterogenea nella provenienza ma resa omogenea dai brillanti arrangiamenti studiati per ogni singolo brano; canzoni di nuova composizione (A Su Tramuntu e Curucutxu) scritte da Nico Casu, la impreziosita dall’organetto del pistoiese Riccardo Tesi e la seconda dai fiati di Daniele Casu (clarinetto), Giovanni Becciu (basso tuba) e Michele Garofalo (corno), brani della tradizione catalana (Esta Muntanya D’Enfrente e la copla di inizio Novecento La Violetera di Josè Padella), brani d’autore rivisitati tra i quali segnalo Menica, Menica di Bruno Lauzi con l’inaspettata quanto gradevolissima citazione coltraniana di My Favourite Things, brano che a mio avviso si può considerare paradigmatico del lavoro di Elva Lutza e Lune scritta a quattro mani da Carlo Muratori e Tesi (all’organetto), brani di tradizione altra come l’originale arrangiamento della messicana Cielito Lindo – ma appartenente alla copla catalana, genere poetico particolarmente in voga nel periodo anteguerra – dove i nostri intelligentemente offrono una versione lontana mille miglia dalle versioni da cartolina.
Un lavoro direi notevolissimo e quindi pienamente convincente, dove l’espressiva voce di Ester Formosa crea una magìa alchemica con il duo Elva Lutza: aria fresca per le nostre orecchie.
E, ancora una volta, mi sia consentito sottolineare come il disco Veranda di Tesi e Patrick Vaillant sia ancora (dal 1990) la stella polare per questa musica, tra innovazione e tradizione. Onestamente e gagliardamente da non – musicista, mi permetto di dire che sì, ci avevo visto giusto.
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