di Felice Colussi
L’appuntamento era a dir poco storico: l’associazione A.D.G.P.A. compiva il quarto di secolo ed era molto importante festeggiare in maniera degna. Gli organizzatori, ognuno in base alle sue mansioni, hanno dato il massimo per rendere indimenticabili questi tre giorni a cavallo fra giugno e luglio, nella cornice di due prestigiose strutture dell’alta Marca Trevigiana, Villa Brandolini di Pieve di Soligo e l’ex convento di San Francesco di Conegliano, entrambe in provincia di Treviso. La prima serata era stata concepita come la festa, cioè la presenza sul palco dei chitarristi più significativi, quelli che negli anni sono stati invitati a suonare (rappresentando l’Italia) al più importante festival chitarristico d’Europa, a Issoudun, Capitale de la Guitare. Se l’obiettivo iniziale era quello di celebrare il rapporto di amicizia e collaborazione che si è instaurato nel tempo tra A.D.G.P.A. e l’equipe degli organizzatori del Festival di Issoudun (Francia), con il procedere della serata, ci si è resi conto che il filo conduttore della storia della convention era costituito dalle attestazioni di stima e di affetto provenuti da tutti coloro che si sono avvicendati sul palco di Villa Brandolini… Una serata strana, in cui il tempo dedicato alle parole è stato forse superiore a quello dedicato alla musica, ma che ha intrigato il pubblico grazie alla rivelazione di parecchi retroscena e ricordi che hanno caratterizzato la vita dell’Associazione. Si è infatti parlato dell’incontro con Marcel Dadi, di quello con Chet Atkins, del primo concerto di un italiano (Pietro Nobile) a Issoudun, del ricevimento presso il municipio di Issoudun che aveva coinvolto anche Gigi Cifarelli. Nonché dello storico concerto dei sette chitarristi italiani che avevano aperto il Festival di Issoudun del 1999 e dell’esibizione di Alberto Grollo; ma anche dell’iniziativa dei Premi conferiti ogni anno al Chitarrista Emergente e al Liutaio dell’Anno, con il conseguente invito al Festival francese.
Naturalmente, anche i momenti di musica non hanno mancato di coinvolgere appieno il pubblico presente. Il primo a salire sul palco è stato Pietro Nobile che ha proposto un brano delicato (Lumi), reso incredibilmente suggestivo dal tocco preciso sulla chitarra, dal suono effettato e… dal cielo stellato che sovrastava la location. Poco dopo, è passato a Nous Trois, una delle più riuscite composizioni di Marcel Dadi, arrangiata dal chitarrista milanese e inserita nel suo album Hommage à Marcel Dadi uscito dopo scomparsa del Re del Fingerstyle. Perché lo spettacolo non si trasformasse in una maratona musicale, ogni musicista doveva limitarsi alla proposta di due o tre brani al massimo: contenere Gigi Cifarelli, però, è impossibile e, d’altra parte, è talmente simpatico e comunicativo che con lui sul palco il tempo sembra scivolare via. Tra un aneddoto e l’altro è riuscito a trovare anche lo spazio per suonare con la sua Eko una versione incredibile di Roma nun fa la stupida stasera, seguita da un medley dall’impronta marcatamente jazz, formato da Acqua azzurra, acqua chiara/Il tempo di morire/Blackbird /Yesterday. In rappresentanza dei sette chitarristi italiani che avevano aperto il Festival di Issoudun nel 1999 è salito sul palco Gae Manfredini (gli altri sei erano Andrea Benzoni, Paolo Giordano, Walter Lupi, l’indimenticabile Rodolfo Maltese, Pietro Nobile e Alex Stornello). Da qualche anno Gae non si esibiva in una manifestazione dell’A.D.G.P.A. e, proprio per questo, la sua presenza è stata ancora più apprezzata. Difficile, d’altra parte, non lasciarsi conquistare dal lirismo dei suoi assoli perfettamente incastonati in Memory e Newport Bridge, i due strumentali proposti.
Con Alberto Grollo, di cui si è ribadito il fondamentale ruolo nella creazione del Guitar International Rendez-Vous, lo spettacolo è tornato nell’habitat della chitarra acustica con una serie di composizioni che confermano il lirismo del nostro vecchio amico, fra le quali una ispirata a una giga irlandese seguita dalla sua ultima opera significativamente intitolata Operativi A.D.G.P.A.. Da Grollo è arrivata una ulteriore graditissima sorpresa grazie all’estemporanea creazione di un trio con Gae Manfredini e Gigi Cifarelli. Sapientemente regolati i volumi da Gianni Quintavalle (il tecnico del suono che tutti invidiano…), la chitarra acustica di Grollo, la Gibson di Manfredini e la Lengardo di Cifarelli hanno dato vita a un puzzle sonoro molto eccitante. Dopo questa esibizione, il racconto dei rapporti con l’equipe francese (i cui principali esponenti sono Alex Costanzo, Gérard Sadois, Jean-Philippe Perret, Daniel Matzinger e Laurent Leze) si è soffermato sul 2015, l’anno in cui la manifestazione di Pieve di Soligo è diventata la più longeva d’Italia dedicata alla chitarra acustica ed elettrica.
Per festeggiare l’avvenimento i francesi hanno fatto il graditissimo regalo di consentire al vincitore del Premio A.D.G.P.A./Banca delle Prealpi di aprire il Festival di Issoudun. Un onore che l’Associazione italiana ha saputo sfruttare a dovere con un artista completo e capace di dominare la scena come pochi: Sergio Arturo Calonego. La sua esibizione è stata molto particolare perché, dopo aver presentato l’evocativo brano titolato Mani, ha chiamato sul palco Alberto Grollo per suonare assieme Ballantines in Blue, una affascinante canzone dedicata ai navigli milanesi. Ho accettato volentieri l’invito – ha affermato il chitarrista veneto – cercando di arrecare il minor danno possibile al sound della sua composizione, per fungere da apripista alle esibizioni di altri Soci Operativi dell’A.D.G.P.A. e per sottolineare il loro prezioso contributo alle iniziative dell’Associazione ed allo sviluppo dei rapporti con l’Equipe francese. Quando un musicista vince il nostro Premio, infatti, viene accompagnato a Issoudun da una Delegazione italiana formata da chitarristi che, pur potendo essere tentati di utilizzare il loro ruolo per soddisfare ambizioni artistiche personali, si limitano ad aiutare il vincitore ad ambientarsi e a sfruttare nel miglior modo possibile l’opportunità che gli viene offerta. Dopo Calonego è stata la volta di Emanuele Grafitti, il vincitore 2016. Nonostante la giovane età, Emanuele è in possesso di una sconfinata cultura musicale alimentata da una spiccata curiosità verso ogni genere musicale. A Pieve si è presentato con una chitarra da Flamenco per far ascoltare al pubblico l’esito dei suoi primi approcci con quella forma d’arte. La performance è risultata molto godibile grazie a composizioni fingerstyle come Cieli di Luglio, dedicata alla manifestazione, e altre spagnoleggianti, ibride e trascinanti. Ad affiancarlo nell’ultimo brano è stato Sandro Nola, il Segretario dell’A.D.G.P.A. che, anche se non ha mai voluto esibirsi nelle Convention, è un ottimo chitarrista ed è quindi stato in grado di fornire un energico e preciso supporto ritmico nel brano Bolero (una rumba, a dispetto del titolo), concedendosi anche un efficace assolo.
Il finale della serata, riservato alla vincitrice dello scorso anno, ha sciolto i cuori di tutti i Soci Operativi dell’Associazione perché Paola Selva, appena salita sul palco, ha esordito dicendo con voce commossa: l’A.D.G.P.A. è una grande famiglia; la mia famiglia musicale! Le parole non potranno mai restituire l’emozione provata in un momento così intenso, che rimarrà scritto in modo indelebile nella nostra storia e nelle nostre memorie. Per sottolineare il concetto appena espresso, Paola ha chiamato in scena Stefano Speroni, chitarrista dei Lowlands oltre che membro storico e super Operativo dell’Associazione: insieme hanno suonato una delicata e affascinante versione di Diamante caratterizzata dall’evoluto fingerstyle di Stefano e dai sapienti e incisivi fraseggi di Paola. L’ultimo brano della serata è stato Sbandaradan, una composizione che dimostra l’evidente crescita a livello compositivo di una chitarrista che ha tratto grande vantaggio dall’ingresso nel mondo della chitarra acustica. Quando il suo ambito d’azione era prevalentemente quello della musica classica, se ne ammirava soprattutto la tecnica impeccabile, mentre ora è in grado di sorprendere con brani sempre più personali e dallo sviluppo imprevedibile. Dopo una prima serata così emozionante in molti hanno pensato, sbagliando, che il resto della manifestazione sarebbe rientrato in una routine, se pur di qualità. A smentire questa previsione sono stati i protagonisti dei seminari del giorno successivo e quelli dei successivi concerti serali, iniziando da uno Stefano Barbati molto motivato, che ha approfittato dell’occasione per presentare i brani del suo nuovo cd titolato Volonotturno. La sua è stata un’esibizione eclettica, grazie all’esecuzione sia di composizioni di Chopin (Nocturnes Op. 9), sapientemente trascritte per chitarra, che di altri brani inseribili in diversi generi musicali come, per esempio, Notte che se ne va di Pino Daniele, concepito prendendo come punto di partenza l’assolo di sax originale. Il secondo artista chiamato ad animare la serata, Eddie Mulder, era molto atteso, sia perché si trattava della sua prima esibizione italiana, sia perché si sapeva che la performance sarebbe stata registrata per ricavarne un album live. Un disco che sarà sicuramente molto vario e godibie perché formato da brani corti, suggestivi e con una forte componente melodica. Dal punto di vista tecnico, oltretutto, non si può non sottolineare il suo originalissimo stile di che, pur utilizzando in modo quasi esclusivo il plettro, riesce a costruire un sound corposo e complesso, del tutto assimilabile a quello che è possibile produrre con l’utilizzo delle dita. Dopo Eddie ci ha pensato François Sciortino a deliziare il pubblico con una sequenza mozzafiato di brani estratti dall’inesauribile repertorio. Una volta abituatisi alla straordinaria abilità esecutiva, infatti, a stupire è proprio la facilità con la quale il chitarrista francese è in grado di comporre a getto continuo brani complessi e accattivanti al tempo stesso.
Energico e di gran classe è stato, infine, il set della Treves Blues Band con un Fabio Treves in grandissima forma e un Alex Gariazzo in grado di fornire un tappeto sonoro super efficace per sostenere le sgroppate soliste dell’icona del blues italiano. Oltretutto Alex, dotato di ottime qualità vocali, contribuisce a rendere il sound del duo particolarmente trascinante. Quanto a Treves, ha un tale carisma che potrebbe riempire la scena con la sola presenza, ma, per fortuna, suona anche e lo fa con tutta la naturalezza e l’esperienza che gli derivano da una lunga e gloriosa carriera. Il concerto di Conegliano della domenica sera è iniziato con l’attesissima sfida per aggiudicarsi il Premio A.D.G.P.A./Banca delle Prealpi destinato al Chitarrista Emergente dell’Anno. Ai due finalisti scelti dal Gruppo d’ascolto dell’A.D.G.P.A. (Michele Pucci e Silvia Porciani) si è aggiunto Marco Perona, fresco vincitore delle selezioni svoltesi il giorno prima a Pieve di Soligo. Come spesso accade quando si confrontano musicisti di altissimo livello come loro, la scelta viene inevitabilmente influenzata dai particolari: un eccesso di emozione, la scelta dei brani o un’indovinata trovata scenica. Particolari, spesso legati al momento, che non tolgono nulla alla caratura artistica dei protagonisti, ma che possono fare la differenza se si considera che il prescelto si troverà ad aprire il Festival Internazionale di Issoudun davanti a un foltissimo e smaliziato pubblico. Alla fine, la decisione è stata quella di premiare Michele Pucci che, dunque, rappresenterà il mondo del chitarrismo italiano in terra francese insieme al Liutaio dell’Anno, Davide Pusiol. Subito dopo il contest è salito sul palco Antonio Tarantino che, dopo essersi dichiarato felice di far parte dell’A.D.G.P.A. da più di vent’anni e aver ringraziato l’Associazione per gli effetti positivi che ha avuto sulla sua carriera, non ha più aperto bocca, limitandosi a dare voce alla sua chitarra. Uno dopo l’altro, ha presentato molti dei brani presenti sul suo ultimo cd (Brasileirissimo) eseguendo fraseggi ad una velocità siderale. Persino un classico come La ragazza di Ipanema è stato suonato con il turbo inserito. Evidentemente Antonio ha puntato su uno spettacolo dedicato soprattutto ai chitarristi che sedevano nelle prime file ma la sua proposta ha incontrato anche il favore di tutto il resto del pubblico presente, che lo ha ricompensato con frequenti e fragorosi applausi. Completamente diverso è stato il taglio dato da Massimo Luca al suo intervento, dichiaratamente basato sui ricordi e sulle canzoni risalenti al periodo della collaborazione con il mitico Lucio Battisti. Arpeggi, strumming, voce e tanto cuore per 45 minuti di felicità collettiva con tutti i presenti impegnati a cantare in coro capolavori come: Un’avventura, Non è Francesca, Acqua azzurra, acqua chiara, Il tempo di morire, i giardini di maggio, Insieme, La canzone del sole e tanti, tanti altri. Quando è giunto il turno di Darragh O’Neill sembrava fosse impossibile riportare al silenzio un pubblico allegro e vociante. Il bravissimo chitarrista irlandese ci è riuscito decidendo di parlare pochissimo per lasciare spazio ad una serie di magnifiche composizioni suonate, nonostante le notevoli difficoltà tecniche che comportavano, con una pulizia di tocco e di suono impressionanti. Il suo set è terminato con un omaggio all’indimenticabile e indimenticato Rory Gallagher. Il compito di chiudere una serata così varia e interessante è stato riservato a Gabriele Posenato, chitarrista raffinato e persona amabilissima. Con calma, senso dell’umorismo e tanta classe, ha proposto la sua musica alternando la chitarra acustica a quella tipo Weissenborn, costruita da Ermanno Pasqualato. L’unica composizione non originale (ma arrangiata in modo molto personale) è stata Diamante, mentre è da segnalare, tra le tante, una splendida ballata dedicata agli amori che finiscono: Where Did You True My Love. Concerti a parte, il Guitar International Rendez-Vous ha offerto la consueta serie di seminari, tra i quali non si possono non ricordare quelli interessantissimi di Dario Fornara (problematiche connesse all’esecuzione live – costruzione di un suono personale) e di Alberto Ziliotto (tecniche per polifonia sulla chitarra acustica) oltre a quello adrenalinico di Andrea Valeri. Infine, molto apprezzato è stato il Concerto per i Liutai che, da quando viene sapientemente coordinato da Maurizio Cuzzolin, ha acquisito sempre maggiore importanza nell’ambito della manifestazione. Proprio a metà del Concerto per i Liutai si è inserito l’ultimo degli spazi dedicato agli sponsor. L’angolo degli sponsor rappresenta sempre un momento attesissimo perché grazie alle aziende amiche è stato possibile regalare anche quest’anno una Chitarra acustica Ibanez AE305, un pedale multieffetti Zoom AC-2 Acoustic Creator, un pedale multieffetti Zoom per chitarra acustica AC-3, un iRig HD 2 Audio Converter della IK Multimedia, un Samjam della Schlagwerk (tutti marchi distribuiti da Mogar Music), decine di mute di corde, magliette e gadget della Elixir, tracolle, cavi e capotasti offerti da Prina Strumenti, gadget dell’A.D.G.P.A. oltre a t-shirt di diversi tipi (A.D.G.P.A.,Guitar International Rendez-vous, Laney, Ibanez ecc. ecc.). Per finire, non si può non ringraziare RAI 3 che ha trasmesso un bellissimo servizio sul Guitar International Rendez-Vous ambientato nel Salone della Liuteria. RINGRAZIAMENTI E SALONE DELLA LIUTERIA Un doveroso ringraziamento per l’apporto dato a questa edizione, va ad Alberto Grollo, al Sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan, all’Assessore alla cultura di Conegliano Gaia Maschio, alle Amministrazioni comunali di Pieve di Soligo e Conegliano, a Carlo Antiga Presidente della Banca delle Prealpi, ad Annalisa De Stefani, a Guitar Club, all’Associazione i 4 Accordi con il Presidente Elena Scarano, a Gianni Quintavalle. Nonché, alla Mogar Music con i marchi Ibanez, Zoom, IK Multimedia, Schlagwerk, alla Elixir, a Prina Strumenti di Milano, a Guitars & Basses di Pavia, e ad Energyca carburanti, Cuzziol group, Mike Zava della Seriemme, Bocon, Conca d’Oro Conegliano, Immobiliare Ghedin, Cà Milone Charming Country Home, Antica Osteria di via Brandolini senza dimenticare tutti i Soci Fondatori ed Operativi dell’A.D.G.P.A., ed il gruppo veneto formato da Fabio T, Fabio S, Maurizio C., Annalisa, Dolly e Ghio. SALONE DELLA LIUTERIA I partecipanti al Salone della liuteria 2018 sono stati: ESSETIPICKS di S. Tommasi www.essetipicks.com, ALBERTO BONAFINI, Ceneselli (Ro), alberto.bonafini@tin.it , GREAT OWL GUITARS di M. Cuzzolin www.greatowlguitars.com, ROBERTO CAMPACI www.campaciguitars.com, ERMANNO PASQUALATO www.weissenbornguitar.com, BAFFO ACOUSTIC GUITARS stefano.baccarini@yahoo.it, FILBO di M. Mauri e B. Nicolini & C. www.filbosnc.it, LUCIO BETTIOL chitarremikael@yahoo.it , ADLGUITARS di A. De Lorenzi www.adielleguitars.it , MAXMONTE GUITARS di M. Monterosso www.maxmonte.com, DAVIDE PUSIOL Guitarworks www.davidepusiol.com, MASSIMO DEL COL mdelcol@alice.it , MARCO LORENZON Gorizia facebook.com/ Liuteria Chitarre & Dintorni, ALESSANDRO PERON INSTRUMENTS Padova facebook.com/Alessandro Peron Instruments, MANNE GUITARS di A. Ballarin www.manne.com, MAGRABO’ Tracolle per basso e chitarra Artigianato made in Italy www.magrabo.com
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