di Roberto Magni
Davide Campisi è un artista siciliano che si è sempre occupato di stili e tecniche degli strumenti ritmici della tradizione musicale popolare del Sud Italia, in particolar modo dei tamburi a cornice. Il risultato è una comunicazione musicale basata su ritmo e voce che concilia più forme espressive, partendo da quella ancestrale dei tamburi a cornice che accompagnano il canto. Oggi prosegue la sua ricerca sui ritmi ancestrali del cuore isolano sperimentando sui suoi tamburi forme sonore e tecniche espressive nuove, contemporanee.
Fa parte del gruppo I Petri Ca Addumunu (di cui è stato membro fondatore) e ha collaborato con vari artisti partecipando a diversi progetti musicali e alla realizzazione di prodotti audiovisivi, in qualità di percussionista, di autore ed esecutore di colonne sonore. Negli anni ha collaborato con artisti riconosciuti nell’ambito della musica popolare come il percussionista tunisino Brahim Bahloul, e poi ancora Alfio Antico, Rita Botto, gli Asteriskos, Massimo La Guardia. Nel 2015 porta nei teatri e nelle piazze il nuovo progetto musicale da solista dal titolo BADR (luna piena). Nel 2017 è finalista al Premio Andrea Parodi.
Il tamburo guarda la luna e nella luna si rispecchia, – si legge nella presentazione – per trovare nella sua luce misteriosa le radici del proprio ritmo. Poi si veste, si ammanta, si imbelletta. La ritualità intima del suono si apre a un incontro sperimentale in cui sonorità mediterranee si allineano a tutto ciò che è modernità. Nella contaminazione la testa frulla, il cuore fibrilla, il pensiero martella in un canto che è d’amore e di dolore. Democratica è il risultato di un percorso di sperimentazione che parte dalla volontà di tracciare un legame tra l’identità profonda del proprio essere e l’apertura al mondo circostante. In tal modo, mentre le vibrazioni del tamburo scandiscono la certezza di un’appartenenza, le progressioni rock rendono tale appartenenza indefinita, imperfetta, aperta a nuove forme di libertà espressiva. Con Democratica Davide Campisi racconta il vivere contemporaneo tra ironia e ritmo che martella forte sino a farsi sentire da dentro come il battito del cuore, come la potenza della lingua siciliana che nelle nove tracce dell’album si mescola, per suoni ed assonanze, a quella italiana. L’album è una riuscita sperimentazione di strumenti della tradizione folk come i tamburi a cornice (firma indiscussa di Campisi), la fisarmonica, la batteria ed il basso.
Buona la produzione, così come la confezione, come da prassi DNI, per questo buon disco chestrizza l’occhio alla modernità, pur nell’uso di strumenti acustici (ascoltare per credere il delizioso duetto di tamburi e marimba.
I musicisti all’opera, oltre allo stesso Davide Campisi alla voce e ai tamburi, Andrea Ensabella alle chitarre, Mariano Di Stefano alla chitarra, Fabio Leone al basso e Francesco Argento alla batteria. Non un capolavoro, ma un buon disco.
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