di Felice Colussi
Strano nome per un gruppo che affonda le proprie radici nella musica tradizionale del Sud Italia, ma usa uno strumentario da musica colta. Strumentario indubbiamente originale e di grande effetto: due contrabbassi e una viola a sostenere la bella voce di Marta dell’Anno, che si esprime in diverse lingue e dialetti.
Emerge la formazione classica degli interpreti, ma si respira aria di tradizione orale, feste popolari e locali densi di suoni di umori.
Un mondo musicale basato sul reggae, un certo rock acustico di classe, il folk: un piacevole ensemble sonoro, che riprende in forma deliziosamente personale una stranota Tarantella del Gargano, mescolandola a composizioni di vari autori e del gruppo.
Il trio – si legge nelle note di presentazione – è un mosaico geopoetico che affascina lo spettatore travolgendolo in un caleidoscopio di stili e colori: la passione per la musica rinascimentale, per il folk, il rock, il reggae.
Intelligentemente scarna la formazione, che vede all’opera la già citata Marta dell’Anno al violino e alla voce, Nicola Scagliozzi al contrabbasso e alla viola da gamba e Andrea Resce al contrabbasso.
Questo loro ottimo esordio discografico, in stile minimal-acustico, è stato registrato a Napoli presso il Sanità Music Studio, nella Chiesa di San Severo fuori Le Mura, proprio nel cuore del Quartiere Sanità, e contiene ben tredici tracce: canzoni tradizionali riarrangiate, composizioni originali e due inediti composti interamente dal trio. Disco consigliato.
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