Sono oltre dieci anni che Lhi Jarris, precedentemente noti come La Bando del Giari, portano avanti la loro energetica proposta musicale occitana. Una onorata carriera contrappuntata da due incisioni discografiche “Sem venguts içi” (2000) e “Minoranças” (2004), il Dvd “Minoranças2” (2006) e la vittoria al FolkContest 2004. Dopo un certo periodo di silenzio, contraddistinto comunque da molte esperienze live, è uscito qualche mese fa “Cèrcle libre”, un disco che celebra la massima espressione dello “Jarris Style”, un curioso ma efficace ibrido fra generi che non manca di stupire. Analizzando superficialmente questo lavoro, così graffiante nella sua aggressività rock, avremmo potuto catalogarlo nella rubrica “L’Altro Suono”, ma invece abbiamo preferito ritenerlo una estrema tendenza del folk e inserirlo, quindi, a pieno titolo fra queste colonne. Certo, non è solamente la presenza della ghironda, della fisarmonica e della cornamusa suonate da Luca Pellegrino, dell’organetto di Daniele Landra, del violino e della cornamusa di Daniele Dalmasso a farci propendere per questa scelta (le chitarre di Diego Giordano, il basso di Fabio Beltramo, la batteria di Roberto Marengo hanno spesso il sopravvento sonoro), ma ben altre considerazioni, dal nostro punto di vista più sostanziali: tutti i brani sono ballabili (rigodon, rondeu, borreias, scottish, valse, chapelloise, circle) anche se forse non proprio nel solco che deriva immediatamente della tradizione, i testi sono rigorosamente in occitano, le melodie di composizione si rifanno (sia pure rilette in chiave decisamente rock) alle atmosfere caratteristiche del patrimonio culturale della regione. Insomma, estremi sì ma nel quadro di un progetto evolutivo naturale (e generazionale) che fa dell’Occitania italiana una delle terre più ricche di fermenti dell’Italia che suona il folk che non invecchia. Il riferimento ai maestri Lou Dalfin è naturalmente inevitabile, anche se i sei cuneesi stanno ben attenti a non diventare una band tributo, curando la propria strada personale a evidenziare le differenze più che le omogeneità, la personalità più che le analogie. Cionostante, consigliamo l’ascolto ai forti di cuore e a chi non ha paura di correre dentro e fuori un”Cèrcle Libre”.
Giacomo Sereni
Lascia un commento