di Alessandro Nobis
Questo L’Arbol è il terzo lavoro dei piemontesi La Mesquia, dopo En Iaire ailamont e Podre del 2016. Vengono dal Piemonte Occidentale, dalle valli occitane dove è ancora viva la Langue D’Oc e dove pervicacemente La Mesquia porta avanti la musica popolare proponendo brani della cultura delle valli occitane e soprattutto scrivendo nuovi repertori con le radici ben fisse nella tradizione a partire da quella linguistica (il disco si apre con un inno alla Lenga Oc).
Qui i quattordici brani che compongono sono tutti originali, scritti dal ghirondista Remo Degiovanni ed efficacemente arrangiati da Luca Pellegrino, cantante, fisarmonicista e fiatista (cornamusa, flauti) de La Mesquia: il lavoro di questo e di altri ensemble, ovvero quello di perpetuare i temi e la musica della cultura popolare attraverso uno sforzo compositivo è evidentemente fondamentale per non dimenticare le proprie radici.
Qui si racconta della vita di persone qualunque, dei pendolari, del disagio di chi cerca di vivere in montagna, della parabola dell’asino costretto a correre per lo sfizio dell’uomo, dell’emancipazione femminile e soprattutto qui si narra la Istoria de l’arbol secular, un castagno centenario dall’immenso tronco cavo che durante la guerra ha ospitato fuggiaschi e partigiani, uno dei brani più interessanti dell’intero lavoro, uno splendido arrangiamento strumentale sul quale si racconta questa bellissima storia. Assieme a questo segnalo Nai nai, ninna nanna con la splendida voce della cantante sarda Elena Ledda accompagnata dalla fisa di Pellegrino e la boureè Pastre guidata dalla zampogna e dalla ghironda.
Musica importante quella di La Mesquia, ensemble che valorizza un territorio e gli sforzi dei suoi abitanti per promuoverlo e renderlo vivo come meritano tutte le nostre aree montane.
https://www.facebook.com/LaMesquia
Lascia un commento