di Alessandro Nobis
Guardo la scaletta che compone questo lavoro e trovo John Cage vicino a Sun Ra, John Dowland vicino a Ornette Coleman oltre a nove brani scritti dai componenti ovvero Silvia Rinaldi (violino), Francesco Ganassin (clarinetto basso), Luca Chiavinato (liuto barocco e oud) e Sergio Marchesini (fisarmonica) con l’importante contributo di Marco Ambrosini e la sua nickelharpa. Soprattutto le composizioni originali danno la cifra stilistica di questo ensemble, il loro ascolto evidenzia il perfetto equilibrio sonoro scelto, le timbriche degli strumenti, il piacere di suonare assieme ed il grande rispetto di ognuno nel collaborare alla creazione delle composizioni dei compagni di viaggio. Si respirano le arie mediorientali – la bellissima esperienza di Walking Sounds nato da un viaggio nel Kurdistan Iracheno e completato in Italia – si sentono gli echi della musica antica e mediterranea, ma ho percepito soprattutto la voglia di creare qualcosa di nuovo, di un paesaggio sonoro che ognuno può colorare durante l’ascolto di questo ottimo Menhir, di rendere New Landscapes un progetto unico. L’unione della composizione di Chiavinato Quarto Racconto con il tradizionale anatolico Hijaz Mandra condotto dallo struggente ed evocativo violino di Silvia Rinaldi e la dolcissima Ikebana di Ganassin introdotta dal liuto in coppia con il violino e con la fisarmonica che emerge via via che il brano si sviluppa sono i due episodi che fanno ben comprendere il valore di questo progetto.
Ma, come dicevo, ci sono quattro brani che fanno parte della tradizione della classica contemporanea, della musica antica e del jazz; qui si evidenzia l’abilità di adattare al proprio suono composizioni molto lontane dalla musica dei New Landscapes. Evidentemente questa distanza è stata ridotta, azzerata direi, grazie allo studio e agli arrangiamenti che hanno dato nuova luce a questi brani che da alloctoni magicamente diventano autoctoni: il John Cage di The Dream, scritta nel 1948 per solo pianoforte, la colemaniana Lonely Woman (1959, dall’ellepì The shape of Jazz), la magnifica In Darkness let me well composta da Dowland nel 1610, con il violino che magicamente sostituisce la voce, e infine l’orientaleggiante Watusa scritta da Sun Ra per la sua Arkestra nel ‘66 (da The Nubians of Plutonia) non sembrano nemmeno brani di altri e, ripeto, si inseriscono alla perfezione nei nuovi paesaggi dei New Landscapes.
Disco veramente importante.
Artista | NEW LANSCAPES |
Titolo | Menhir |
Label | ℗© 2019 Visage Records |
Supporto | CD, |
Anno | 2019 |
Sito | www.visagevisage.dk |
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