di J.d.M.
Una protesta silenziosa, con lo striscione “Un unico settore, un unico futuro”: così gli operatori del settore, in rappresentanza di 750mila artisti, tecnici, organizzatori vestiti di nero – questo si legge sul sito di Repubblica. Bene, finalmente qualcuno si è accorto dell’esistenza dei lavoratori dello spettacolo!
Stona davvero, però, quel tono di sorpresa del vestiti di nero. Non è un vezzo, né tantomeno un richiamo al lutto…
I lavoratori dello spettacolo sono vestiti di nero perché, nei teatri come sui palchi, non si devono vedere, dietro le quinte e a lato del turbillon delle luci. E meno si vedranno più sapremo che avranno fatto bene il loro lavoro, con l’alto grado di professionalità che negli ultimi vent’anni hanno saputo acquisire le maestranze italiane, che son riuscite a colmare il gap che le divideva dagli omologhi di altri Paese Europei.
Così cinquecento bauli schierati in piazza Duomo a Milano denunciano prima silenziosamente e poi rumorosamente la crisi in cui versa il mondo dello spettacolo dall’inizio della pandemia.
570mila lavoratori del mondo dello spettacolo sono a rischio. Le misure finora messe in atto sono poco più di un timido palliativo.
Eppure, come recita un comunicato dell’AGIS, a fronte di quasi 350mila spettatori negli eventi dell’estate, si è registrato solo un caso di positività.
Se non significa stare alle regole questo…
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