di Andrea Del Favero
Chi si aspetti di trovare qui una versione integrale, più o meno filologica, più o meno aderente ai supposti gusti dell’epoca o contemporanei, andrà ben deluso. Questo disco, che è un gran bel lavoro creativo, è pane per i denti di chi sappa ascoltare con orecchie disincantate e abbia voglia di lasciarsi trasportare tra suggestioni e illusioni. Alcuni brani sono quelli di Mozart, altri sono solo accennati, altri ancora sono nuove composizioni dell’Orchestra.
Il nostro lavoro con la partitura è necessariamente diverso da quello di un’orchestra normale. – ammettono gli stessi musicisti nella presentazione di questo lavoro – Dal folk, al reggae alla classica al pop e al jazz, la nostra musica è piena di riferimenti alle altre culture. I musicisti dell’OPV hanno background molto distanti, non solo geograficamente. Ogni musicista porta nell’Opera la sua cultura, la sua lingua: arabo, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, wolof, italiano. L’Orchestra è sul palco non nella buca, come nelle opere, e i musicisti diventano personaggi semplicemente indossando in scena il loro costume e guadagnando il proscenio.
Si tratta di un’idea, scopriamo nelle note, che è nata nel 2007 da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia. La chiave di lettura è nella tradizione orale, laddove si è immaginato che dall’epoca di Mozart a oggi questa autentica favola sia stata tramandata di bocca in bocca, con le inevitabile reinterpretazioni, modifiche e omissioni. Soprattutto considerando che i musicisti provengono dai quattro angoli del globo e le differenze culturali fanno filtrare la memoria orale in modi e velocità diverse.
Un affascinante laboratorio aperto sui suoni della memoria, nel quale ruoli sono stati affidati ai musicisti in base a somiglianze di carattere o per affinità con esperienze vissute: per esempio Tamino è Ernesto Lopez Maturell, un ragazzo che ha tutta l’esuberanza della sua giovane età. La folk singer anglo-americana Sylvie Lewis, persona dolce e determinata, è Pamina. Il mago Sarastro è interpretato da Carlos Paz, un artista che conserva un rapporto molto forte con la politica e la religione e lo sciamanesimo. La Regina della Notte è interpretata da Maria Laura Martorana, una vera cantante lirica. Pap Yeri Samb è Papageno, una persona semplice e profonda, molto mozartiana.
Al premio David di Donatello 2020 l’Orchestra di Piazza Vittorio ha ottenuto il premio come Miglior Musicista per Il Flauto magico di Piazza Vittorio. Un premio sicuramente prestigioso che accresce l’interesse per quest’operazione che alla fine si conferma come una scommessa vinta anche nei confronti della multimedialità.
Piacevolmente spiazzante, con alcuni punti musicali di assoluta delizia e un progetto generale che sta in piedi miracolosamente. Una grande scommessa vinta, probabilmente il disco più maturo e bello dell’Orchestra. Confesso di non essere stato sempre un fan di questa formazione, ma di fronte a un lavoro entusiasmante come questo non si può che concludere: compratelo, ascoltatelo, guardate il film, godetevelo. A Wolfi sarebbe piaciuto.!
Artista | Orchestra di Piazza Vittorio |
Titolo | Il Flauto Magico |
Label | Vagabundos |
Supporto | CD – B08F8D2C5F |
Anno | 2020 |
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