di Daniel Spizzo
N’EuroAcustica e Acoustic Twins di Puntin e Siri
Fa enormemente piacere scovare sui social progetti musicali nuovi che – ora come ora – ci ricordano il mondo del Music Jail Design dei tempi di Elvis Presley. Si tratta di due raccolte di cover – modello Jailhouse Rock – che vogliono farci evadere dalle celle in cui ci ha chiuso la musica contemporanea, soprattutto, anche se non solo, ai tempi del Covid 2019. Il tutto per ricordarci la bellezza posseduta da vari universi rock metal degli anni Ottanta e Novanta attraverso una loro nuova reinterpretazione e ricombinazione in chiave acustica e persino folk.
In questi tempi di emergenza non poteva essere altrimenti: da un lato, sfruttano lo spazio angusto di chiusura in cui cantanti e musicisti sono costretti a operare da un po’ di tempo; dall’altro, si ribellano a una routine massmediatica rassicurante che ci inonda da anni ormai di ricordi emotivamente stereotipizzati o di banalità musicali per sedare ansie, traumi e malesseri generalizzati.
Usando la prospettiva di Puntin e Sirio, N’EuroAcustica e Acoustic Twins vanno pertanto visti come un tentativo di evasione per ritornare alle radici acustiche, popolane e melodiche di molti brani metallari estratti da un’ampia gamma di generi: Hard, Heavy, Dark o Death, non trascurando persino l’Hair metal e il Glam. Dichiarano quindi – udite udite – di sentirsi addirittura legati persino a quell’anacronistico, bizzarro e sociologicamente strano mondo di lustrini e tatuaggi, orecchini e pelli, borchie e linguacce che con loro teatralità ha fatto scuola: pensiamo solo ad Alice Cooper, agli Aerosmith, Bon Jovi, Guns n’Roses ma anche agli Europe, Mötley Crüe e Van Halen. Cosa questa che sarebbe stata considerata scandalosa e blasfema dai metallari duri e puri di fine secolo scorso.
Nei due progetti troviamo brani di gruppi e autori degli anni Ottanta e Novanta già osannati dai fan di nicchia (Slipknot, In Flames, Dark Tranquililty, Helloween) e altri invece snobbati – per non dire più o meno demonizzati – soprattutto dai grandi circuiti pop, folk o classic (Judas Priest, Metallica, Iron Maiden, Blind Guardian, ecc) . Puntin/Sirio volutamente li ripropongono, riconfezionandoli però su tre livelli: chitarristicamente, vocalmente e visualmente con l’obiettivo di farne emergere – liberandoli dalla galera dei nostri streotipi – in chiave acustica tutta la loro potenza melodica e tutta la loro ricchezza armonica. Ecco quindi il maggior pregio del loro lavoro.
Prima di tutto la chitarra – una Yamaha APX 600 base – è suonata da Puntin senza condimenti effettistici, con grande semplicità. Basta ascoltare per esempio la loro versione di The Bard’s Song dei Blind Guardian. Suono essenziale, pulito, solo leggermente riverberizzato sia sulle tracce di accompagnamento che su quelle dei riff e degli asolo. Le voci poi: quelle di Sirio (Lead Vocals) e Puntin (Backing vocals) in N’euroacustica e quella del solo Puntin negli Acoustic Twins – ci regalano buoni impasti tonali, amalgandosi bene con le timbriche metallo della chitarra acustica. Le basi elettroniche (basso e batteria) spesso costruite ad arte con tocco rispettoso si limitano solo a supportare il corpus e il nexus voci&chitarra, dando al tutto una musicalità inedita ricca di timbri e vibrazioni armoniose. I cori sono avvolgenti, su più tonalità ed esaltano soprattutto i passaggi melodici più orecchiabili. Orecchiabilità questa che spesso andava persa nelle versioni prettamente heavy o hard rock più amate dai fans di nicchia.
Il videoclipping infine fa la sua parte, come dicevo, in puro jailrock design che mira a unire musicisti rinchiusi in diverse celle. La regia del tutto è di Puntin. Come Videomaker che lavora anche per Sky Tv padroneggia pienamente strumentazione digitali d’avanguardia, script e videotelling. Chiuso nella sua cella studio, con sfondi rigorosamente neri, ci obbliga a fissare le sue dita sui tasti della Yamaha. Usa vari stratagemmi: Unghie laccate nere (in Poison di Alice Cooper), fede nuziale dorata (in The Bard’s Song dei Blind Guardian), posizionamento incrociato di pollici opposti (Forever and One dei Helloween). Max Sirio dal canto suo isolato in un’altra cella-location interpreta magistralmente le sue parti in puro stile dark-glam. E tutto questo registrato separatamente in remoto, online, nelle rispettive celle casalinghe di detenzione Covid viene poi montato, mixato e masterizzato con strumentazioni non da studio professionale. La loro bravura consta nel fatto che riescono a bucare lo stesso, con suono e immagini tutto sommato di buona qualità, lo schermo dei nostri cellulari soprattutto con due video-cover: gli Acoustic Twins – con un Puntin che si fa letteralmente in quattro – su To Be With You dei Mr Big sporge da una sedia e con la sua voce cattura lo spettatore per trascinarlo dentro nello smartphone; Sirio su Poison ci obbliga a distogliere lo sguardo di continuo dai suoi occhi demoniaci. Cosa non si riesce a fare in questi tempi di detenzione Covid… Sarebbe stato impensabile solo un anno fa!
Queste sono solo due chicche di un insieme di brani – vi segnalo anche una opinabile versione di Diamonds and Rust di Joan Baez/Judas Priest – che, nella loro costruzione d’insieme offrono a tutti gli appassionati del folk rock una serie di spunti: su come suonare la chitarra acustica – in modalità accompagnamento, riff o asolo – su pezzi finora eseguiti solo in modalità puramente metallare; su come armonizzare voci heavy metal partendo da quelle più basso/diaboliche per arrivare a quelle più alto/celestiali e, infine; su come usare nei clip musicali il Jailhouse rock design (non solo nell’era post Covid) per liberare nuove energie creative altamente emozionali da lanciare sui social.
LINK https://www.youtube.com/c/NEUROACUSTICAproject
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