di Tito Saffioti
Questo numero della nostra amata Lares è composto da una miscellanea di sette interventi preceduti da un articolo di Fabio Dei: Lares. Una rivista nella storia dell’antropologia italiana. Qui l’attuale direttore ripercorre la storia della rivista dalla sua fondazione ai giorni nostri. Egli suddivide la sua storia in vari cinque periodi strettamente collegati alle personalità che la hanno diretta nel tempo. Il primo periodo, definito La fondazione e la fase positivista, va dall’anno della fondazione (1912) al 1915 è inizialmente legato al nome di Lamberto Loria. In seguito alla morte di Loria (avvenuta il 4 aprile 1913), che fece in tempo a vedere solo il primo numero, venne nominato il filologo e letterato Francesco Novati, che reggerà questo ruolo fino al primo numero dei 1915.
Vi fu poi una interruzione e, alla fine della Prima Guerra Mondiale, non vi furono le condizioni per una ripresa fino al 1930. Il periodo del fascismo (1930-1943) vede l’avvento di una figura che diverrà una figura cruciale della rivista fino alla sua dipartita, avvenuta nell’agosto del 1974: Paolo Toschi.
Questi, sia nel ruolo di direttore, sia di punto di riferimento, darà una impronta ben precisa, con l’introduzione anche del tema della supremazia razziale. Una nuova interruzione delle pubblicazioni avviene alla metà del 1943, ma l’intervento della casa editrice Olschki consentirà l’anno successivo di continuare il lavoro su nuove basi e con una ben più ampia apertura verso le nuove istanze culturali e l’aggancio a correnti di pensiero di respiro europee e mondiali.
Dopo la morte di Toschi, assumerà la direzione Giovanni Battista Bronzini, che la terrà con mano salda fino alla sua scomparsa, nel 2002. Gli succederà una sua allieva, Vera Di Natale, e subito dopo subentrerà Pietro Clemente che reggerà questo compito fino al momento in cui abdicherà, quando nel 2018 andrà in pensione, lasciando il passo all’attuale direttore Fabio Dei.
Ecco ora il resto dell’indice di questo numero: Davide Sparti, Persone su misure. Pratiche di classificazione e controllo sociale; Domenico Copertino, Interpreti autorevoli: gli intellettuali pubblici tunisini e l’interpretazione autonoma delle fonti; Adriano De Francesco, Umiliare l’Altro: l’etica ordinaria dell’interazione in una classe di scuola media; Lorenzo Urbano, Una svolta etica? Prospettive e criticità dell’Ethical turn; Marco Fabbrini, I riti nuziali dell’Abruzzo dell’Ottocento attraverso l’Ethno-fiction dannunziana; Caterina Di Pasquale, Le memorie del cibo: tra genealogie cucinate, mangiate e raccontate.
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