a cura di Felice Colussi
Folk Bulletin: Pifferi, muse e zampogne raggiunge quest’anno un traguardo importante. Ne sei soddisfatto?
SIlvio Trotta: Tutto avrei pensato venticinque anni fa fuorché un viaggio così lungo; tutto avrei pensato fuorché un successo così consolidato e soprattutto non avrei mai immaginato i suoni delle amate ance nel bel mezzo di una pandemia. Si, sono estremamente soddisfatto e la mia testardaggine di montanaro molisano è stato il mio carburante. E’ un traguardo soprattutto culturale che condivido con il Circolo Arci Aurora di Arezzo, è un traguardo per il quale ho corso insieme alle forze dell’Aurora in un percorso a dir poco a ostacoli. Nel 1996 si andava, con gioia, ai concerti di Arezzo Wave mentre gli zampognari erano visti e percepiti come portatori di sventura e di brutto tempo e io, insieme al fratello musicante Stefano Tartaglia, volevo imitare i festival di musica etnica che avevamo conosciuto suonando con i Musicanti del Piccolo Borgo. Così nacque Pifferi, muse e zampogne.
Avevo con me solo l’entusiasmo, una piccola pedana e sessanta sedie; poco per organizzare un festival, pochissimo per un festival a tema, niente per una città difficile da coinvolgere, ma… il soffio vitale degli strumenti ad ancia ha fatto tutto il resto e ha coinvolto, ammaliato ed emozionato negli anni sempre più pubblico.
E così, con la meravigliosa complicità del Circolo Aurora e del suo presidente Sergio Nenci Il Cico cominciammo a proporre la musica tradizionale delle varie regioni italiane e, volendo onorare il nome del festival, iniziammo con il piffero di Ettore Losini (Bani), la musa di Piercarlo Cardinali e la zampogna di Stefano Tartaglia. Colgo qui l’occasione per ringraziare dal profondo del cuore i Musetta che furono una grande scintilla per la crescita del festival e per mandare un pensiero di pace ad Attilio Rocca (Tilion).
Oggi la rassegna è una realtà consolidata, alternativa e originale nel panorama del folk italiano avendo come connotazione gli strumenti ad ancia. In equilibrio tra novità e tradizione artisti di altissimo livello sono stati felici di esibirsi nella semplicità di uno spazio libero, difeso dalla mia caparbia creatività di musicante.
Folk Bulletin: Ci racconti un po’ i numeri del festival?
SIlvio Trotta: Quando si parla di arte e quindi anche di musica i numeri dovrebbero avere un’importanza relativa, ma, oggettivamente, qui si parla di 93 concerti, quasi 400 musicisti coinvolti e 18 regioni italiane rappresentate. Pensate ad una piccola sala con 60/70 posti, sempre gremita, pensate alle finanze di un piccolo circolo che, senza l’aiuto di alcuna istituzione (se non per poche edizioni della Provincia di Arezzo), da 25 anni si impegna in questo progetto culturale, insomma anche i numeri diventano importanti. Aggiungiamo poi 18 stage di danze tradizionali di Semillita Atelier a cura di Francesca Barbagli che dal 2003 arricchisono la manifestazione. Inoltre, da ben 17 anni il festival ospita le selezioni nazionali per la partecipazione a Suonare a Folkest poi diventato Premio Alberto Cesa con altrettanti grandi numeri: 50 gruppi partecipanti, 150 musicisti e tanta, tanta musica originale proposta ad una giuria di cui sono stato onorato di far parte tante volte. Insomma i numeri sono davvero impressionanti ma non superano comunque l’emozione che ogni volta, ogni singolo musicista mi ha regalato con le sue note.
Folk Bulletin: Qual è stato il musicista che ti ha saputo emozionare di più?
SIlvio Trotta: Nel 2006 trovai il coraggio di telefonare al Maestro Luigi Lai, e ce ne voleva di coraggio…ci pensai per un mese, …ma come faccio a proporre un palco di tre metri, una sala con 60 sedie, e due fari bianchi ad un personaggio che ha, tra le altre cose, girato l’Europa con Branduardi? Insomma alla fine fu più facile di quanto pensassi, la sua gentilezza e la sua disponibilità fecero si che ebbi l’onore di portarlo ad Arezzo e fu un concerto indimenticabile insieme al suo compagno, il grande Totore Chessa all’organetto.
Poi nel 2014 coronai un sogno. Avevo cominciato a suonare la musica popolare nel 1975 ascoltando la Nuova Compagnia di Canto Popolare e tutta la mia vita musicale aveva avuto quel riferimento ed ora volevo portare al Circolo Aurora quegli straordinari musicisti. Anche in questa occasione, a conferma che i Grandi sono Grandi in tutto, riuscii nell’intento e Arezzo potè ascoltare la voce dell’immensa Fausta Vetere e le corde del caro compianto Corrado Sfogli. Suonammo anche un brano insieme e… vabbè…non ci sono parole per descrivere quell’emozione, immaginatela!
Folk Bulletin: Chi è passato per Arezzo non può fare a meno di glorificare il nome del Circolo Aurora: ma cos’è esattamente questa realtà?
SIlvio Trotta: Nasce nel 1966 come Casa del popolo per volere dei giovani attivisti dell’allora PCI, diventa Circolo Arci nel 1987 grazie all’entusiasmo dei giovani della sinistra aretina che così costruiscono uno spazio di incontro, un punto di riferimento ed espressione del tessuto democratico della città. Il circolo prese il nome del leggendario Aurora, l’incrociatore che, nel 1917, con il suo colpo di cannone segnò l’inizio della rivoluzione d’ottobre. Grazie al coordinamento generoso del presidente Sergio Nenci, Il Cico, il Circolo si è sempre impegnato a collaborare con le associazioni culturali presenti ad Arezzo per costruire un insieme di manifestazioni che celebrano le arti in tutte le sue forme,:musica, teatro, cinema, cabaret, ecc. Il Circolo ha avuto la capacità e la volontà di condividere cultura dal basso con spirito di gratuità, e ha messo Le arti in piazza, come recita una delle sue più seguite rassegne estive. E’ un luogo di accoglienza senza pregiudizi ed è uno spazio libero dove, tra l’altro, la musica popolare dal 1996 è di casa.
Folk Bulletin: Com’è andata l’edizione 2021?
SIlvio Trotta: …E’ andata, ma, in realtà è andata un po’ per le lunghe, fino al 12 febbraio, data nella quale è stato rinviato il concerto che avrebbe dovuto chiudere la manifestazione e festeggiare queste nozze d’argento, presso il teatro comunale di Bucine (Ar). Una festa con i fondatori della rassegna, i Musicanti del Piccolo Borgo che, con l’arrivo della violinista Marna Fumarola, si sono presentati al pubblico in anteprima nazionale con la nuova formazione.
Ho preparato l’edizione dei venticinque anni con cura e la solita passione, ma le circostanze che ci hanno travolto non potevano sparire improvvisamente e quindi abbiamo ancora una volta resistito. Venerdì 10 dicembre abbiamo ospitato la bella voce di Barbara Bucci, a mio avviso una delle migliori del canto popolare del Centro Italia, con i Sonidumbra, accompagnata dalle ance degli organetti di Marco Baccarelli e dal polistrumentista Gabriele Russo. Con loro, sul palco, le corde dei Musicanti del Piccolo Borgo, io ai plettri e Alessandro Bruni alla chitarra. Con questi amici umbri è nata una collaborazione artistica nella scorsa estate che ha prodotto un concerto pieno di tradizione dall’Umbria al sud Italia, molto apprezzato dal pubblico, aimè contingentato.
Sabato 11 ho voluto le ance delle uillean pipes e quindi…è stato facile! Conoscevo il nuovo progetto di musica irlandese del mio caro amico Massimo Giuntini con il gruppo Willos’ e, anche in questa occasione, non ho sbagliato. Un intenso concerto pieno di virtuosismi: la voce di Fiona King, i flauti di Lorenzo Del Grande, il violino di Stephanie Martin la cornamusa di Giuntini, il tutto sorretto dal motore ritmico di Luca Mercurio alla chitarra e Giulio Botti al bodhran. Nel concerto c’è stato molto spazio per brani composti dal gruppo in linea con le ritmiche e le armonie della tradizione irish. La musica irlandese quando è suonata così bene entusiasma e così è stato, pubblico in visibilio.
Ma tutto è iniziato con la serata di giovedì 9 dicembre che ha ospitato la selezione del Premio Alberto Cesa per Folkest 2022. Davanti a una qualificata giuria presieduta da Andrea Del Favero si sono esibiti la cantautrice Liana Marino, i Note Noire Quartet e il gruppo toscano La serpe d’oro che ottenuto l’accesso alle finali del concorso.
Folk Bulletin: Quali sono le prospettive per il futuro?
SIlvio Trotta: Il futuro, sebbene in questo particolare momento non riesco ad immaginarlo, vedrà il mio solito impegno nella ricerca di nuove produzioni, di giovani musicisti che abbiano voglia di confrontarsi con la tradizione, e di antichi suonatori le cui ance possano ancora emozionarci. Il mio desiderio è consolidare uno spazio artistico intergenerazionale nel quale si possa far dialogare il passato con il presente in una continua evoluzione della musica tradizionale. Mi piace pensare a Pifferi, muse e zampogne come a uno spazio libero dove i protagonisti possano testimoniare i significati e i valori di un’appartenenza che non declina sotto il peso del tempo.
Hanno suonato a Pifferi, muse e zampogne:
XXV ed. 2021
Sonidumbra Umbria
Willos’ Toscana
Musicanti del Piccolo Borgo Lazio/Molise
XXIV ed. 2019
Lisetta Luchini Toscana
Musicanti del Piccolo Borgo Lazio/Molise
Christian Di Fiore & Sinfonia Ensemble Molise
Morrigan’s Wake Romagna
XXIII ed. 2018
Massimo Giuntini Toscana
Calicanto Veneto
Musaica
XXII ed. 2017
Duo variè Piemonte
Tre martelli Piemonte
Brigan Campania
XXI ed. 2016
De Calamus Lazio
Alberi sonori Molise
Donatello Pisanello Puglia
Orchestra a bottoni Lazio
XX ed. 2015
Zampogneria fiumerapido Lazio
Nuovamusa Molise
Pive nel sacco Emilia
Musicanti del Piccolo Borgo Lazio/Molise
XIX ed. 2014
Il giardino della pietra fiorita Lazio
Fausta Vetere e Corrado Sfogli Campania
XVIII ed. 2013
Duo Sonantiqua – Pietro Cernuto e Alessandro Mazziotti Sicilia/Lazio
Andrea Capezzuoli e Compagnia Lombardia
Sonidumbra Umbria
XVII ed. 2012
Tamburello cafè
I Liguriani Liguria
Tre martelli Piemonte
Antiche Ferrovie Calabro Lucane Calabria
XVI ed. 2011
Pive nel sacco Emilia
Massimo Giuntini e Società del Chiassobujo Toscana
Zampognaorchestra Molise
XV ed. 2010
Anna Cinzia Villani, Enza Pagliara, Gianluca Longo Puglia
Discanto Abruzzo
I Musetta Quattro Province
Bevano Est Emilia Romagna
XIV ed. 2009
Laetimusici Lombardia
Cisalpiper Emilia Romagna
Totarella Basilicata
Ariondassa Piemonte
XIII ed. 2008
Tresud Sicilia/Puglia/Calabria
Giancarlo Parisi, Mario Salvi, Maurizio Cuzzocrea
Dimondi Emilia Romagna
Ductia Toscana
Musica Officinalis Emilia Romagna
TrioTresca Toscana
XII ed. 2007
Le Pive nel Sacco Emilia
Riccardo Tesi Trio Toscana
Piccola Orchestra La Viola Lazio
Il Tratturo Molise
XI ed. 2006
TrioTresca Toscana
Ecletnica Pagus Molise
Stygiens Piemonte
Luigi Lai e Totore Chessa Sardegna
X ed. 2005
Musicanti del Piccolo Borgo Lazio-Molise
Trio Rèmi Decker Belgio
Oltrerionda Liguria-Piemonte-Lombardia
IX ed. 2004
Caledonian Companion Liguria
Bouine Bouzine Francia
Nando Citarella e Goffredo degli Esposti Campania- Umbria
Enerbia Emilia
VIII ed.2003
Zampogne Zampanò Trio Romagna
Ensamble del doppio bordone Piemonte
Musetta Emilia
Uaragnaun Puglia
VII ed. 2002
Lino Miniscalco e Ivana Rufo Molise
Mauro Gioielli Molise
Turututela Lombardia
Jessica Lombardi e Silvio Trotta Toscana
Sonidumbria Umbria
Barbapedana Veneto
VI ed. 2001
Verbanus Ticino
La Sedon Salvadie Friuli
Harmoniraptus Valle d’Aosta
Calamus Lazio
V ed. 2000
Ductia Toscana
Din Delon Lombardia
Orazio Corsaro Sicilia
Sergio Berardo Piemonte
IV ed. 1999
Stefano Valla e Daniele Scurati Liguria
Mario Salvi e Raffaele Inserra Campania
Calicanto Veneto
A’ naca Calabria
III ed. 1998
Ignazio Lussu e Ennio Meloni Sardegna
Bandalpina Lombardia
Utriculus Molise
II ed. 1997
Massimo Giuntini Toscana
Lanterna magica Emilia
Bagpipes Interest Group Toscana
I ed. 1996
Musicanti del Piccolo Borgo Lazio/Molise
Musetta Emilia
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