Julius Kugy, è stato un avvocato, alpinista, scrittore, musicista e botanico che dedicò tutta la sua vita alle Alpi Giulie: nato a Gorizia da madre triestina di lingua slovena e da padre carinziano, è considerato il fondatore dell’alpinismo moderno.
Ma cos’è la Scabiosa Trenta e come si intreccia con la straordinaria vita di Kugy?
Un misterioso fiore, la cui leggenda inizia nel 1782, quando lo scienziato-naturalista Balthasar Hacquet scrive di averne colto un esemplare nella val di Trenta per il suo herbarium e ne riporta un’immagine: da allora la misteriosa Scabiosa Trenta sparì. Molti la cercarono, finché quasi cent’anni più tardi il botanico triestino Muzio de Tommasini offrì questo enigma irrisolto al giovane Julius Kugy che rimase affascinato dall’idea di trovare questa pianta.
Nella sua interminabile e infruttuosa ricerca, lunga una vita, Kugy non si pentì mai del suo peregrinare perché scoprì gli angoli più impervi e straordinari di questo territorio (del Triglav e della Val di Trenta, del Monte Canin, della Škrlatica) decantandone le meraviglie nei suoi scritti, costruendone il mito per milioni di appassionati dall’animo avventuroso che guardano a lui come a un precursore.
E infatti a Julius Kugy, che parlava correntemente tedesco e italiano e, pur non padroneggiandone la lingua, era molto vicino al popolo e alla cultura slovena, sono dedicate monumenti e vie in Austria, Italia e Slovenia. Un modello riconosciuto da tre popoli al confine, la cui ricerca illumina ancora oggi un territorio che, sia nella sua cultura che nella sua natura, è condiviso dai tre Paesi, nella volontà congiunta di preservazione, promozione e tutela delle sue peculiarità.
A un fiore ancora da scoprire, ma inciso nella tradizione delle comunità di confine come se fosse reale, che condensa un’idea di conoscenza, di rispetto ambientale, di convivenza pacifica nel nome della cultura di montagna, l’associazione Monte Analogo, che da più di trent’anni promuove la rassegna internazionale di cinema dimontagna Alpi Giulie Cinema, ha deciso di intitolare un premio, dedicato unicamente a produzioni di confine, fatte cioè tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia. L’iniziativa ha una duplice finalità: da una parte promuovere i film in gara per il Premio Scabiosa Trenta, che diventa di riflesso una promozione del territorio e della cultura delle Alpi Giulie, anche grazie alle manifestazioni collaterali che il Premio propone (eventi aperti e festosi, di aggregazione popolare e promozione enogastronomica e artigianato locale), dall’altra il Premio Scabiosa Trenta ha un valore artistico intrinseco: la natura effimera di questo fiore affascina la fantasia di artisti e artigiani locali, che ogni anno sono coinvolti nella creazione del premio e che, nel loro lavoro, attraverso l’uso di materiali del territorio o attingendo al sostrato culturale condiviso, offrono visioni inattese e glorificanti di questo lembo di terra alle porte d’oriente. Monte Analogo intende, in nome di questa tradizione più che trentennale, solidificare ed accrescere l’impatto del festival cinematografico per la sezione di pellicole che concorrono al premio dedicato a Kugy, aumentando il numero di appuntamenti delle proiezioni rispetto al passato, così da abbracciare nuovi luoghi della regione e diffondere una rassegna unica nel suo genere che, celebrando la montagna, approfondisce la storia locale e i valori sportivi della condivisione, del rispetto per l’altro e della pace tra i popoli. Il Premio verrà consegnato a Trieste, mentre il tour di proiezioni con relativi eventi collaterali toccherà le tappe storiche di Pinzano al Tagliamento (PN), Montereale Valcellina (PN), Muzzana del Turgnano (UD), Rijeka-Fiume (Croazia), a cui si aggiungono quest’anno Paluzza (UD), Gorizia, Nova Gorica (Slovenia), Spilimbergo (PN), Muggia (TS) e il Comune di Monrupino-Repen nel Carso Triestino. Questi eventi, oltre ad offrire proiezioni pubbliche, saranno riempiti di iniziative variegate, di approfondimento della cultura tradizionale e innovativa locale, al fine di valorizzare i saperi artistici ed artigianali del territorio. L’organizzazione delle manifestazioni prediligendo località periferiche, o non battute delle rotte turistiche più comuni, favorirà la promozione dei borghi secondari, che riservano perle di segreta bellezza: saranno queste occasioni per promuovere anche l’attrazione di un turismo slow profondamente radicato nel territorio regionale, austriaco e sloveno, e non solo. Finalità ultima infatti è promuovere un abitare coeso tra popoli che, prima del Novecento, hanno convissuto in pace, contaminandosi vicendevolmente in un’ottica di sviluppo territoriale che comprendesse le diverse peculiarità di ognuno, costruendo cioè ponti culturali e ferrando assieme gli unici muri che non dividono ma sconfinano, le pareti rocciose delle montagne.
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