di Gianni Giusti
L’isola del Borneo è la terza isola più grande della terra tra la penisola malese e l’isola di Sumatra, Sulawesi e le Filippine, l’Indocina, Giava e Bali. Là in mezzo, divisa tra l’Indonesia, la Malesia e il Sultanato del Brunei.
Un crocevia di culture e popoli attratti fra le altre cose dalle risorse naturali (spezie, legname pregiato, ecc.). Trovimo quindi porti importanti come Georgetown, Malacca e Singapore. Dove c’è commercio si muovono anche le culture, con signficative influenze indiane, arabo-mussulmane ed europee, maggiormente spagnole, portoghesi, olandesi e inglesi, che hanno scavato dei segni profondi nell’originaria cultura austronesiana. Queste influenze sono chiaramente riscontrabili nel lessico della lingua più parlata del Sud-est asiatico, il malese-indonesiano , che vanta più di duecento milioni di parlanti ed è lingua ufficiale in Malesia, Singapore, Indonesia e Brunei, dove all’originale vocabolario austronesiano si sono aggiunti una marea di prestiti dalle lingue dell’India, dall’arabo ed infine dal portoghese, dall’inglese e dall’olandese. Ma oltre a modificare la lingua, queste influenze hanno agito sulla cultura etnocoreutica locale, e l’influenza più forte e duratura è stata quella più antica, quella indiana, anche perché le culture mussulmane e cristiane successive non ponevano le danze in una posizione sociale così centrale come quella induista.
Menora e asyik sono strette parenti con le danze classiche birmane, tailandesi e cambogiane da una parte e con le danze giavanesi e balinesi dall’altra, tutte danze che conservano fortissimi elementi indiani, non solo nelle storie che rappresentano, ma soprattutto nei motivi coreutici, particolarmente nell’uso dell’intero corpo per danzare, con enfasi particolare nei movimenti delle braccia e delle mani, in maniera molto simile alle danze classiche indiane, che possiamo osservare ancora oggi nel bharata natyam e nelkathakali dell’India meridionale e nell’odissi dell’Orissa (India orientale). È molto probabile che anche in precedenza le danze tradizionali locali tendessero a porre un’enfasi particolare nell’uso degli arti superiori, tuttavia è probabile che questa tendenza si sia rafforzata per influenza indiana, particolarmente per quel che riguarda l’uso delle mani.
In tutta questa zona vivono circa un centinaio di etnie diverse, ognuna con un proprio repertorio di danze, il che significa che sono centinaia le danze eseguite in questa regione, sia per scopi cerimoniali (riti agrari, di passaggio, matrimoni, ecc.) che per puro svago, con una vasta presenza di danze guerriere a solo; c’è da dire comunque che non manca il fenomeno dei gruppi folcloristici, formati da giovani ragazzi e ragazze che eseguono come spettacolo forme elaborate e ‘ripulite’ delle danze locali.
Queste sono le danze ancora oggi diffuse e documentate:
Sumazau: la danza più diffusa tra l’etnia kadazandusun. Viene eseguita in molte versioni, a coppie o a schiera con una fila di uomini e una di donne. È una danza ad imitazione animale che riproduce i movimenti di un aquila in volo: ad intervalli regolari i ballerini allargano le braccia come se fossero delle ali.
Pinapasan: danza eseguita su una piattaforma di assi elastica detta lansaran da molti gruppi murut. Ogni tanto un ballerino cerca di afferrare un premio sospeso in alto saltando nel centro della piattaforma.
Magunatip: si tratta di una danza molto interessante, versioni della quale si ballano anche in Brunei e addirittura tra alcune minoranze etnolinguistiche del Sud della Cina, come gli Hani o i Li. In Sabah viene eseguita sia da gruppi kadazandusun che da gruppi murut: in questa danza i ballerini devono danzare tra bambù posti orizzontalmente a pochi centimentri dal suolo e battuti tra loro e a terra a tempo.
Daling-daling: danza dell’etnia suluk, le cui danzatrici portano delle specie di ditali appuntiti ricurvi chiamati janggai. Pare che la danza sia stata creata da travestiti all’interno della comunità suluk del sud delle Filippine.
Bolak-bolak: questa danza, eseguita dai bajau e dai suluk, viene ballata con delle particolari castagnette di legno.
Dansa: vivace danza tradizionale dell’etnia coco di probabile origine spagnola, normalmente eseguita da tre coppie.
Aduk-aduk: danza dell’etnia kedayan, eseguita battendo tra loro a tempo delle mezze noci di cocco.
Umak ruma: le donne dell’etnia murut (lun bawang) eseguono questa danza muovendo come se fossero ali le mani su cui sono legate delle penne d’uccello disposte a ruota.
Tamarok: danza in cerchio che ha luogo durante l’omonimo rituale agrario dusun che segue al raccolto del riso, durante la quale le sacerdotesse che la eseguono cadono in trance.
Alai sikap: Danza dell’etnia belait simile alla magunatip dei kadazan-dusun e murut del Sabah.
Ngajat:una delle danze iban e bidayuh a mio avviso più spettacolari del Sarawak, ma eseguita anche dagliiban del Brunei. I ballerini la eseguono con movimenti simili a quelli di uccelli, particolarmente del bucero. Gli uomini ne danzano anche versioni con un parang (spada) in una mano e uno scudo di legno nell’altra.
Kanjet: danza simile alla ngajat eseguita dagli orang ulu.
Datun julud: danza eseguita dalle donnekelabit e orang ulu simile alla umak ruma dei murut del Brunei.
Menyak: danzamelanau eseguendo la quale gli uomini battono a terra a tempo l’estremità inferiore di grossi bambù che tengono in mano. Pare che rappresenti le fasi della lavorazione del sago.
La musica impiegata per l’accompagnamento, prevalgono quasi dappertutto gli idiofoni. Quasi onnipresente infatti è il gulingtangan, una specie di xilofono formato da vari gong di metallo di dimensioni diverse, accompagnato da gong più grandi e da tamburi. Vengono utilizzati anche altri strumenti, come ad esempio il sape, una specie di chitarra tradizionale usata per accompagnare le danze degli orang ulu del Sarawak. Lo zapin viene sempre accompagnato dal gambus, cordofono derivato dal ’ud arabo, mentre il joget più tradizionale viene accompagnato solo da tamburi e voce, a cui si aggiungono sempre più spesso il violino o la fisarmonica.
Per chi volesse approfondire consigliamo una bibliografia essenziale:
Benggon-Charuruks, Irene e Janette Padasian (a cura di) (1992). Cultures, Customs and Traditions of Sabah, Malaysia: an Introduction. Kota Kinabalu: Sabah Tourism – Promotion Corporation.
Coma, Leon. Libretto allegato al VCD Dance of Life: Sabah, Malaysian Borneo – Videographics Productions Sdn Bhd.
Fisher, Paul. Libretto allegato al CD della collana The Rough Guide Malaysia. RGNET 1176CD.
Ghulam-Sarwar Yousof (2004). The Encyclopedia of Malaysia vol. 8: Performing Arts – Singapore: Editions Didier Millet.
Hood Salleh (2006). The Encyclopedia of Malaysia vol. 12: Peoples and Traditions – Singapore: Editions Didier Millet.
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