di Andrea Del Favero
… aspetto che l’oppresso si ribelli
E l’oppressore termini le munizioni
E aspetto che il vero buon cristiano si getti nella mischia
Prima di pregare
E che tutte le armi, anche quelle dei bambini
Facciano cilecca…
Alla base di questo lavoro c’è un nipote, scrittore, ricercatore e promotore culturale, ma in primis nipote di un ingombrante zio, che è Michele Straniero. Il suddetto nipote è Giovanni Straniero che ha convinto Michele Gazich e Federico SIrianni a prendere in mano alcuni appunti, poesie sparse e disperse, ma in grado di offrire lo spunto per un canzoniere diverso di Michele Straniero.
Per chi non abbia vissuto gli anni Sessanta e Settanta è forse difficile percepire l’influenza di una personalità come Straniero sulla canzone popolare italiana. Umberto Eco scrisse di lui: Senza Cantacronache e senza Michele L. Straniero la storia della musica italiana sarebbe stata diversa. Il Cantacronache, il primo collettivo musicale, culturale e politico ad assurgere a fama nazionale. Al fianco dei fondatori Sergio Liberovici e Michele Straniero si aggiunsero Fausto Amodei e Margot. Nella Torino di quegli anni ben presto intorno a loro si catalizzò una schiera di autentici personaggi, già noti o che sarebbe assurti a notorietà di lì a poco, come Gianni Rodari, Emilio Jona, Giorgio De Maria, Italo Calvino e Umberto Eco, anche nella vesta di autori dei testi. E insieme a Torino c’è MIlano, tuttto attorno quella trasformazione antropologica che stava per mutarsi in un’immane marea che avrebbe atravolto e cancellato la cultura popolare.
E i frutti di questa saggia semina del Cantacronache giungono fino a noi, a questo 2023 che vede apparire, pubblicato dall’etichetta Nota, questo lavoro a più mani, che si fa testimonianza dell’animo inquieto di Michele Straniero facendosi canzone, accarezzando le colline torinesi, specchiandosi nelle pigre acque del Po, nel sapiente intreccio delle diverse musicalità e passionalità di Sirianni e Gazich.
Da De André a Calvino, da Eco a Gaber, alle canzoni d’la piola torinese: qui c’è un po’ di tutto cò, ma soprattutto ci sono Sirianni e Gazich, con l’intreccio delle loro voci, di chitarre, violini, pianoforti e un battaglione di amici armati delle migliori intemzioni nel ruolo di sceltissimi ospiti, in vario modo connessi con il mondo di MIchele Straniero, da Fausto Amodei a Gualtiero Bertelli, da Maurizio Bettelli a Giovanna Famulari, da Alessio Lega a Paolo Lucà, da Giovanna Marini a Giangilberto Monti e Moni Ovadia, seguiti con passione da Marco Tibu Lamberti, che trova modo di suonare anche chitarra, banjo e basso elettrico. Il grosso del disco è stato registrato nello studio Transeuropa Recording di Torino da Fabrizio Cit Chiapello.
Personalmente mi sento in dovere di ringraziare Michele Gazich per aver avuto l’onore d’incrociare le ance del mio organetto con le corde e le splendide arie di questo lavoro che resterà agli annali non solo come un commosso ricordo di un intellettuale del quale non dobbiamo perdere le tracce, ma anche e soprattutto per il profondo lavoro di progettazione culturale che Straniero (Giovanni), Gazich e Sirianni hanno saputo mettere in atto.
Infine un plauso all’etichettta Nota di Valter Colle per aver deciso di pubblicare questo disco, impreziosito di un libretto da vari testi curati da Fausto Pellegrini, Giovanni Straniero, Michele Gazich e Federico Sirianni.
Un grande impegno per un grande disco.
Artista | MICHELE GAZICH e FEDERICO SIRIANNI |
Titolo | Domani si vive o si muore |
Label | Nota book |
Supporto | CD book |
Anno | 2023 |
Sito | http://www.nota.it/prodotto/domani-si-vive-e-si-muore/www.nota.it/prodotto/domani-si-vive-e-si-muore/ |
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