Il cantautore veneziano Gualtiero Bertelli, considerato uno dei padri della canzone popolare e di protesta (autore fra l’altro della celeberrima “Nina”) ci stupisce, ma non troppo data la stima di cui gode, con questo disco-omaggio alla figura del cantastorie. “Il custode della miniera” è infatti concepito come un susseguirsi di treppi immaginari (con tanto di cartelloni realizzati da Edoardo Pittalis) durante i quali Bertelli –accompagnato da una pattuglia di musicisti acustici- interpreta dieci ballate di sua composizione, scritte e musicate secondo lo stile dei cantastorie di qualche decennio fa. I fatti narrati dalle canzoni sono -come nella tradizione- tratti dalla cronaca, espressi con immagini forti destinate a colpire l’immaginazione degli astanti, presentati per il tramite di melodie ripetitive e facili da essere memorizzate. E proprio in questo lavoro di ricostruzione semantica che il disco rivela tutta la sua preziosità: l’uso di certi aggettivi, il rispetto delle rime e delle assonanze, la costruzione falsamente ingenua del periodare ne fanno un autentico esercizio di stile, una specie –se ci si permette il paragone- di opera di Queneau in musica. Chiunque abbia provato a recitare il ruolo di paroliere (e chi scrive almeno una volta l’ha fatto) sa che non è facile come sembra, soprattutto se si vuole dare al risultato una caratteristica di continuità con il passato, come gesto e segnale di rispetto per una forma stilistica che oggi non c’è (quasi) più. E con l’obiettivo di ri/portare d’attualità episodi della nostra storia minore (a volte più tragica di quella riportata sui libri scolastici e sulle enciclopedie) come il disastro di Marcinelle in Belgio –è quella la miniera del titolo- o la strage del Vajont. Un disco indispensabile per chi non desidera avere la memoria corta e per chi vorrebbe ancora ascoltare, alle otto di sera, la voce del cantastorie in luogo di quella dei vari tiggì, tutti diversi nelle sigle e tutti uguali nei contenuti. www.nota.it
Roberto G. Sacchi
alessandro nobis dice
‘sto Bertelli mi piace proprio, più invecchia, più mi regala emozioni. Quindi….lunga vita!!!!!