L’omonimia con l’album di Loreena McKennitt del 1991 deve considerarsi una semplice coincidenza, viste le grandi differenze d’atmosfera e d’ispirazione fra le due opere, non necessariamente a vantaggio della più nota artista canadese. Dell’arpista, violinista e cantante Phil Holland avevamo già recensito un interessante disco solista di qualche anno fa (“Faeries”, 2008) che si faceva notare per la delicatezza del tocco pizzicato, del gioco d’archetto e del timbro evocativo del canto. Oggi ci si ripropone in compagnia di Dave Palmley, anch’egli polistrumentista (chitarra, basso, tin whistle, mandolino, voce) per dar vita a un duo dall’impostazione minimale ma dotato di una intrinseca energia. Energia che deriva indubbiamente dalle numerose esperienze folk-rock di Dave, che ben si fondono con l’impostazione più classica e melodica di Phil. Il repertorio si compone in equilibrio fra traditionals e originals scritti o arrangiati a quattro mani, dimostrando una certa coerenza creativa e un’efficace sintesi stilistica. Il duo si completa in modo perfettamente complementare, regalandoci più di un momento di piacevolezza dal gusto velatamente vintage, tutt’altro che disprezzabile. Suoni puliti, sincera ispirazione, un pizzico di nostalgia: “The Visit” è indubbiamente fra le sorprese dell’anno… Contatti: lmcrecords2011@gmail.com
Enrico Lucchesi
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