Questa è la seconda edizione aggiornata di un libro prezioso dedicato alle tecniche d’improvvisazione dei cantori popolari che, come si dice nell’introduzione “ormai non ne nascono tanti”. Partendo appunto dalle considerazioni di un vecchio improvvisatore di ottave che aveva affermato “La temenza è che finisca tutto nel dimenticatoio, tra le cose che non garbano più a nessuno e, siccome questo canto non lascia impronte e vola nell’aria, chi potrebbe parlarne in futuro?… Il vento?… Chissà?”, l’autore, esso stesso abilissimo improvvisatore, ha preso carta e penna e ha deciso di lasciare traccia di questa straordinaria tecnica che “sia nei settecenteschi salotti buoni delle case patrizie, sia presso cortili, aie, botteghe e taverne di poderi e borghi, ha mantenuto quella luce che non è mai stata debole al punto da fare spegnere la speranza che possa continuare a sopravvivere” (dalla prefazione). Un lavoro il suo meritevole e assai ben informato che non dovrebbe mancare nella libreria di qualsiasi appassionato di musica popolare. Basta scorrere l’indice dei nomi e l’ampia bibliografia posta a corredo per comprendere quanto appassionata sia stata la sua ricerca e quanto utile il suo insegnamento.
Tito Saffioti
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