L’etichetta spagnola Pneuma, che di recente ha cambiato la distribuzione italiana passando all’Egea, ha tra le sue più recenti novità questo splendido CD che va al di là dei consueti sentieri musicali battuti, come quelli della pubblicazione delle Cantigas De Santa Maria o della musica Arabo Andalusa.
Ci troviamo di fronte ad un crocevia musicale raramente frequentato, ad un “dialogo” tra due dei cordofoni tipici dell’Asia di cultura araba e di quella di cultura indiana: l’oud – definito da sempre il sultano degli strumenti – ed il sitar, solitamente protagonista della musica più colta di questa regione asiatica, accomunati anche dal grande spazio lasciato all’improvvisazione nella pratica di entrambi. Il tutto supportato dalle tabla “parlanti” del bravissimo Shabhaz Hussain, proveniente dal nord dell’India; importantissimo il ruolo che il percussionista indiano ha nello sviluppo della musica qui registrata nella quale il suo supporto è determinante quanto discreto, un valore che si aggiunge alla magnifica maestria dell’iracheno Naseer Shamma (questo è il suo terzo CD per l’etichetta di Eduardo Paniagua) e del pakistano Sharif Khan.
L’iracheno è anche compositore di tutta la musica qui presentata nella quale l’influsso della cultura araba è sì predominante, ma che grazie al suono ed alla capacità interpretativa ed improvvisativa di Khan si arricchisce in modo sorprendente regalandoci una fusione culturale che nella realtà non esiste e che ognuno durante l’ascolto può interpretare a proprio piacimento.
Ciò che accomuna i tre strumenti – e lo scrive lo stesso Shamma – è il fascino dell’Oriente, la sua natura gentile, la sua filosofia e la sua anima. Io spero che questo incontro musicale possa diventare anche luogo per un amore reciproco nel quale questo possa elevarsi ancor di più. Il cammino verso l’incontro tra anime diverse non può essere altro che la musica.”
Come non essere d’accordo?
Alessandro Nobis
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