Se c’è una parola che ben riassume il giudizio su questo disco, può essere “equilibrio”. Equilibrio di tanti elementi: la Calabria e l’Africa, la giovinezza e la maturità, il bianco-nero della memoria e i colori del presente, la rabbia e la nostalgia… E se non fosse per questo equilibrio, che si traduce musicalmente in un forte impatto collettivo in cui la perfetta fusione fra voce e strumenti ha quasi del miracoloso, “Guellarè” potrebbe essere un disco come tanti. E invece, fra i nostri ascolti recenti, si ritaglia uno spazio tutto suo, una sorta di eccellenza nel panorama di proposte che arrivano dal Sud, riportandoci alla memoria un progetto di qualche anno fa –mai pienamente realizzato e compreso- che si chiamava Dedalus. Cataldo Perri scrive, canta e suona vari strumenti a corda accompagnato da Lo Squintetto, un gruppo tanto solido e coeso negli intenti quanto aperto alle collaborazioni, nel quale figura Checco Pallone, polistrumentista che dei Dedalus fu attivo componente. Contenuti musicali di alto livello, perennemente in equilibrio (ancora) fra etnicità e improvvisazione. E le canzoni, poi, hanno tutte testi di forte impegno civile e sanguigno sentimento, con una eccezione: la commossa dedica strumentale che Perri dedica a Fabrizio De Andrè con la propria chitarra battente. Una pietra preziosa incastonata in un gioiello di disco, da ascoltare e riascoltare.
Per acquisti e contatti con l’artista catperri@libero.it.
Sergio Palumbo
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