Con questo terzo lavoro che raccoglie sia brani inediti che altri già facenti parte del repertorio “live” del gruppo, Musica Officinalis rende omaggio alla terra che forse più di ogni altra ha musicalmente fin qui ispirato il loro percorso artistico, ovvero la penisola balcanica meridionale e l’oriente turco. L’ensemble di Faenza ancora una volta ci regala una produzione curatissima nella scelta dei suoni e nella ricerca del loro equilibrio, una caratteristica questa che è anche tipica delle loro esibizioni, durante le quali fondono sapientemente i ritmi e le melodie balcaniche con la musica antica occidentale. Ma questo “Sedjanki” è un qualcosa di più, è un viaggio attraverso terre a noi geograficamente vicinissime ma culturalmente lontane, un incontro con genti che nonostante l’infinito martirio della storia hanno saputo conservare gelosamente uno straordinario patrimonio. Musica Officinalis affronta questo patrimonio – che ovviamente non gli appartiene geneticamente – senza mostrare alcun timore reverenziale verso i gruppi “autoctoni” balcanici, evidenziando invece una conoscenza sorprendente sia del repertorio che della sua pratica esecutiva con arrangiamenti, lo ripetiamo, che rivelano una scelta quantomeno minuziosa dell’”arsenale” strumentale da utilizzare nelle varie esecuzioni. Il nucleo di “Sedjanki” sono i ricchissimi repertori macedone e bulgaro: si parte con una trascinante danza “Horo” macedone e con il bellissimo canto bulgaro “Zapejali mamo” interpretato da Catia Gianessi, magnifica voce perfettamente a suo agio sia in campo puramente folclorico che in quello medioevale, e poi via in Turchia con lo struggente “Limon Ektim” – canto che descrive l’attesa di un amore -, e di nuovo in Macedonia con “Mome stoje”, canto eseguito splendidamente “a cappella” e poi ancora in Albania ed infine nella lontana “Bingol” (“…sono un emigrante, straniero in questi paesi, dimmi sorella, quali sono le strade per Bingol?”), città dell’estremo oriente anatolico, autentica porta verso le pianure asiatiche iraniane, dove si conclude questa avventura musicale che speriamo possa essere ascoltata ed apprezzata dal maggior numero di appassionati di musica, nell’accezione più ampia del termine.
Alessandro Nobis
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