La stampa specializzata internazionale ha accolto l’uscita di questo ultimo disco del ventennale gruppo spagnolo con parole di lode incondizionata. Fra le molte parole scritte, ci pare molto significativo ciò che ha pubblicato la rivista statunitense “Rootsworld”, paragonando il suono del quartetto iberico a quello di due grandi gruppi del passato: Malicorne e Silly Wizard. Dei primi, certamente la band di Beceiro, Galas, Muñoz e Arribas ha ereditato la versatilità con cui sono in grado di affrontare un repertorio composto di soli brani strumentali e di saper cogliere dalle loro intrinseche peculiarità l’essenza che li rende immediatamente proponibili. Dei secondi, la forza, talvolta l’irruenza, con cui affrontano e rivisitano i temi tradizionali: una potenza costruita musicalmente sulle progressioni armoniche, sugli stacchi e le progressive ripartenze. In più, aggiungiamo noi, La Musgaña –che non ha leader dichiarati come Gabriel Yacoub o Phil Cunningham nei gruppi storici citati- può contare su una compattezza e un suono d’insieme che probabilmente al momento non hanno uguali nel panorama della musica folk acustica europea.
Giacomo Sereni
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