È sacrosanto che un recensore abbia delle debolezze, delle simpatie, delle certezze. C’è tutta una vita per cercare di essere obiettivi, per relazionare più o meno asetticamente di questo e di quell’altro… chiediamo venia, con Carlo Muratori non ci riusciamo. Ci piace troppo quella sua personalità che riesce a essere coerente e molteplice, quel suo incazzarsi ma senza mai rinunciare alla poesia, quel suo essere così profondamente e intimamente siciliano eppure cittadino del mondo, quel suo saper padroneggiare la propria lingua natale ma affrontando altri idiomi, non come sfida ma con la serenità di un esercizio di stile, alla ricerca di suoni diversi, da sperimentare.
Musicalmente parlando, Muratori è maestro nel miscelare echi tradizionali a energiche progressioni che testimoniano una perfetta conoscenza del rock, sia pure espresso in modo quasi minimale insieme ai fidi Marco Carnemolla (basso) e Francesco Bazzano (percussioni), ai quali si affiancano in La padrona del giardino Stefano Melone, Giancarlo Parisi, Francesco Calì (ottima la sua fisarmonica) e altri, tutti coinvolti e convinti dalla personalità del leader. Di Muratori, poi, ci sono sempre piaciute le fonti ispirative. Se può essere prevedibile dedicare una canzone alla tragedia di Nassirya, sia pure vista da un’angolatura forte e originale, più originale resta l’intuizione che lo ha portato ad aprire il disco dedicando una traccia al tamburo e a chi lo suona: “Tu prova a stare in verticale proprio al centro di un tamburo… il cerchio è la tua casa grande, intorno tutto il tuo giardino, il bordo è come un orizzonte, la pelle come la tua fresca fonte”. Particolarmente riuscita anche la rilettura di Ciccio, uno dei classici muratoriani tratto da Stella Maris del 1996 ora divenuto ‘Mpare: sapersi rileggere non è esercizio facile, ma a Carlo Muratori riesce bene anche questo. Sono quindi molti i motivi che ci hanno fatto sbilanciare a suo favore in occasione della recente assegnazione della Targa Tenco: purtroppo il premio si è fermato banalmente a nord, ma se avesse preso la strada di Siracusa nessuno avrebbe potuto dire qualcosa in contrario. Alle mani, al cuore e alla voce di Carlo Muratori è affidata una fetta importante del rilancio della Sicilia terra di cultura antica e contemporanea: a noi, adesso, il compito di aiutarlo, iniziando col comprare questo disco (la distribuzione Egea ne garantisce la facile reperibilità), ascoltarlo e condividerlo. Difficile farne a meno.
Roberto G. Sacchi
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