Per circa duecentosessanta anni è durato il dominio arabo sulla Sicilia. Un periodo forse non lungo in confronto alla plurimillenaria storia dell’isola, ma sufficiente a caratterizzare fortemente la cultura siciliana. Ed all’opera di alcuni dei poeti di lingua araba che vissero nell’isola (Ibn Hamdis, Muhammad Ibn Al-Qatta e Abn ‘Abd Allah B. Sadus) è dedicato il CD “Poeti arabi di Sicilia” raffinata operazione, coordinata da Bob Salmieri, di riproposta di loro liriche in forma di canzone. Raffinata, ma anche affascinante, per la grande forza espressiva di questi versi (tradotti in siciliano dalla scrittrice Daniela Gambino e da Sharifa Hadj Sadok), da cui si comprende i caratteri che sono passati nel canto e nella poesia siciliana: l’uso della metafora, il mondo, la natura e la stessa vita, sintetizzati da immagini minime, particolari che rimandano al tutto, come gli arabeschi e le trame di un tappeto nascondono -o svelano, per chi voglia o sappia leggerli- significati universali. Lo stesso è per la musica, ricca di suggestioni e rimandi, con i suoni a costruire una trama i cui fili legano la Sicilia da una parte all’oriente (e ben oltre l’Arabia, giungendo forse fino in India) e dall’altra alla Spagna dei moriscos, in un corto-circuito culturale che si esplicita compiutamente attraverso gli accenti flamenchi di alcuni brani, in cui la voce (di Fabio Dell’Armi) segue i moduli tipici del cante hondo. Non mancano peraltro riferimenti a strutture musicali “altre”, in primis il jazz, grazie alla voce solista di Francesca Brilli e ad alcuni passaggi pianistici. Registrato a Roma e Istanbul, il Cd contiene undici pezzi, di cui quattro strumentali. Ricco l’organico, che vede insieme musicisti italiani e di lingua araba, e multietnico lo “strumentario”: chitarre, baglama, contrabbasso, nay, mandolino, zarb, tromba, flicorno, sax, clarinetto, flauti, udu, pianoforte e percussioni. Da citare infine la bella veste grafica di copertina e libretto, ricca di motivi arabi. Disco che richiede un ascolto attento per apprezzare appieno il binomio musica-testo, “Poeti arabi di Sicilia” ha il pregio, una volta assimilato, di poter essere ascoltato a vari livelli di attenzione, fino anche a fungere ottimamente da sottofondo, senza per questo mai cadere nell’indistinto e nel banale.
Giacomo Arval
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