Pietrarsa è una località nei pressi di Napoli, che fu sede dal 1839 delle officine meccaniche per la costruzione della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici. Un riferimento significativo ed appropriato per sottolineare il travaglio comune a molti artisti del sud, il cui lavoro ferve tra due forti elementi di sollecitazione: il primo è la tradizione arcaica, profondamente radicata nel mondo contadino, ricca di suoni, balli, saggezze, antiche ricchezze e povertà; il secondo è il mondo contemporaneo, coi nuovi miti, i modi di produzione, la globalizzazione, e il nuovo disagio che si pone quasi in continuità con quello dell’antico malgoverno. Il secondo elemento tende a distruggere il primo quando non lo può sfruttare. “Pietrarsa” è un progetto di spettacolo e discografico, con una formazione di otto musicisti (Mimmo Maglionico, flauti, ciaramelle, sax, voce; Cristina Vetrone, voce, organetto, fisarmonica, tastiere, tammorra; Lorella Monti, voce, tammorre, castagnette; Carmela Di Costanzo, voce, castagnette; Nicola De Luca, Batteria, percussioni; Roberto Petrella, chitarra acustica, chitarra battente; Pasquale de Angelis, basso elettrico; Alfonso Laverghetta, tastiere) e una serie di collaborazioni che portano a ben 29 gli elementi coinvolti nel Cd. Sui testi ha lavorato, oltre a vari elementi del gruppo, Giovanni Vacca, noto studioso e scrittore sulla tradizione musicale meridionale. Trapela dal disco un insieme di ritmi e vocalità tradizionali del sud, alcuni riproposti, altri rinnovati nel testo, talvolta spunti o reminescenze per nuove composizioni. Considerevole attenzione meritano i testi, che assegnano “Pietrarsa” al contesto artistico di impegno sociale che affronta, con propria sensibilità, i problemi, i disagi e i malesseri della società attuale. Tra le righe di questi contenuti, un efficace uso del linguaggio partenopeo nella espressione di temi sociali (es: “Chi stà tutta ‘a jurnata – cu’ ‘o cellulare ‘nmano – mo’ manco ‘e vvede cchiù – ‘sti ggente int’ ’e cartune – ca dormono ‘a stazione…). Il gruppo sottolinea l’importanza delle radici tradizionali inserendo nella prima e nell’ultima traccia musicale due frammenti di giuglianese della paranza di Peppino Di Febbraio a Montevergine, nonché un’ultima traccia video con riprese del pellegrinaggio alla Madonna dell’Arco del 2004. Nel libretto, testi e traduzioni in inglese. Per concludere, un buon risultato, che dà lustro alla produzione di riproposta e di nuova elaborazione del Sud, non per una fortunata casualità, ma per il concorso di molteplici professionalità e talenti.
Mario Gennari
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