A volte, per realizzare qualcosa di significativo, di destinato a restare nel tempo se non come una pietra miliare almeno come un episodio importante nell’evoluzione di una determinata materia, serve un’inesauribile dose di faccia tosta. E questa non manca a Jessica Lombardi, fiatista e cornamusista dei Fiamma Fumana (ma anche tante altre cose) che ha affrontato con coraggio un’idea stralunata ma vincente. L’antefatto: nel 1978 vennero pubblicate sotto il titolo “Musica contadina dell’Aretino” una parte delle registrazioni frutto del lavoro dell’etnomusicologo Diego Carpitella. L’ascolto di queste testimonianze sonore ha avuto su Jessica un effetto deflagrante, come descrive con le sue stesse parole: La prima volta che ho ascoltato quei canti non ho sentito solo le voci della mia terra. In quei suoni c’erano anche i colori dell’autunno nell’alto Casentino, il tavolo tarlato e i proverbi di nonno Beppe, i paesi delle quattro vallate aretine, la mia ‘c’ strascicata, il bicchierino da barba di nonno Bonini, e tante altre cose che mi emozionavano. Improvvisamente avrei voluto farle sentire a tutti! Come se avessi trovato il tesoro più bello! Eccole qua, ve le porgo, a chi tra voi vorrà ascoltarle. E allora cosa fa la nostra Jessica? Isola tutte le piste registrate con le voci degli informatori (Caterina Arrigucci, Federico Bartolazzi, Primetta Bartolini, Emilio Bianchini, Solisca Capacci, Veronica Nocentini, Valentina Pastorini, Carola Santolini) le completa di base ritmica sovrincidendo e aggiungendo altri strumenti, in parte suonati da lei (flauto, piva emiliana, percussioni, piano e voci, chitarra, basso e organetto) in parte da altri (Stefano Tartaglia, Silvio Trotta, Paco Mengozzi, Francesco Maria Rossi). In più, una traccia scritta dal poeta Michele Monina, “Occhi chiari sul mondo”, unico non tradizionale del disco. Abbiamo così, grazie ai prodigi della tecnica, una “registrazione impossibile” (un po’ quello che sarebbe per un giornalista di oggi intervistare Socrate o Garibaldi) ma carica di curiosità e di interesse. Ci siamo sentiti autorizzati a fregiare questo disco del nostro premio di qualità non tanto per il risultato assoluto, che pure è notevole, ma per l’idea, piena di amore e rispetto per le proprie tradizioni, in grado di far rivivere voci ormai scomparse. E’ la stessa Jessica che scrive: Eccole qua, ve le porgo, a chi tra voi vorrà ascoltarle, sul mio piccolo piatto d’argento, a modo mio. Ho voluto immaginarle tutte qui, a cantare con me, oggi, nella mia stanza. Con delicatezza ho cercato di spolverarne i petali, come fossero fiori raccolti al mattino. Ringrazio chi le ha registrate allora, così che non ne andasse persa la magia e mi auguro di essere riuscita a restituirle con rispetto e freschezza come le ho ricevute in dote. E noi ringraziamo lei per averci pensato, e SuonieArmonie per aver avuto il coraggio di pubblicare un’opera tanto inconsueta quanto inattesa. Ottima anche la confezione, con il gioco delle somiglianze di tutti i parenti dell’interprete che in qualche modo salutano e certificano di averle consegnato “In dote” una parte importante della propria vita.
Roberto G. Sacchi
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