Ovvero la fiaba in cui zampogna di umili origini diventa ben temperata, guadagna il consenso della corte e risolve i problemi occupazionali del reame.
Se l’avessimo letta un primo di aprile, avremmo fortemente dubitato dell’autenticità di questa notizia. E anche lasciando decantare una certa naturale incredulità, non sappiamo se sorridere, o se cedere allo sconcerto che infonde la lettura del comunicato della regione Molise in cui si annuncia pomposamente il progetto “Il respiro della montagna”, che prevede la produzione su scala industriale di una “zampogna standard”, e annesse operazioni didattiche e divulgative. Il progetto, presentato a S. Polo Matese il 28 settembre scorso, è stato promosso dal Comune assieme alla Provincia di Campobasso e alla Regione Molise.
La “zampogna standard” sarebbe la modificazione della zampogna molisana, secondo l’elaborazione del musicista Piero Ricci che ha ottenuto uno strumento con possibilità armoniche e melodiche notevolmente ampliate. L’apertura di fori supplementari sul bordone, rispetto al modello tradizionale consente di ottenere una dozzina di accordi, contro i due (tonica-dominante) dei modelli originali; i suoni prodotti dai chanter permettono di ottenere una scala semi-cromatica. Alcuni particolari costruttivi, come l’introduzione di tubi di grafite all’interno dei chanter e l’uso di ance di materiale plastico, rendono l’accordatura più stabile nei confronti delle variazioni di temperatura e umidità (si dice, scherzosamente, che gli zampognari sono tra quei suonatori che passano mezza vita ad accordare i loro strumenti e mezza a suonare stonati). Uno strumento di questo tipo è piuttosto versatile e ha un’ampia possibilità di inserirsi in ensemble con vari altri strumenti anche della musica “colta”. In realtà non è l’unico strumento modificato del genere, altri costruttori hanno realizzato similari evoluzioni in ambito acustico, per non parlare dell’inevitabile e recente categoria degli strumenti elettronici che possono imitare differenti tipi di zampogne. La produzione industriale di un siffatto strumento, tenendo conto della sua versatile applicazione, non sarebbe di per sé disdicevole, se fosse attuata come normale iniziativa privata. Il progetto istituzionale risulta invece criticabile sotto diversi punti di vista, a cominciare dal pensiero che ispira l’operazione.
Appare, infatti, una concezione appiattita dell’intero fenomeno musicale, e l’incapacità di concepire il valore della sua diversificazione organologica e umana. Pertanto si vuole attuare un intervento in favore di questo strumento di recente evoluzione (e di dubbia rappresentatività per la categoria), senza un’equilibrata e concomitante azione sull’intero contesto, composto da suonatori, costruttori, sopravvivenze tradizionali, feste popolari, scuole, gruppi, festival, concerti, ricerca, editoria cartacea e discografica: un indotto ormai discretamente popolato, molto apprezzato, frequentato e fruito non solo da utenti locali. Certo appaiono sensate le dichiarazioni di Ricci, quando afferma che il suo strumento presenta notevoli facilitazioni dovute alla stabilità sonora. Ma ciò che non è condivisibile è che l’istituzione scelga a priori questo indirizzo da promuovere (o imporre), quando già il sistema è in pacifico e laborioso equilibrio fra tradizione e innovazione. La storia ci indica una serie di innovazioni adottate nel tempo dalle culture musicali, come processi condivisi e apprezzati da esecutori e praticanti. Nel caso molisano le molteplici voci critiche dicono che la zampogna di Ricci non è ritenuta il messianico punto di convergenza di tutti gli operatori. Pertanto, suonano esagerate le dichiarazioni del presidente della Regione secondo cui il progetto è una tappa per la “…rivalutazione, esaltazione e promozione dell’identità molisana…”. Altresì discutibile appare l’enfasi con cui si magnifica il fatto che la zampogna in questione possa suonare con un’orchestra classica: come se uno strumento tipicamente tradizionale si possa apprezzare solo quando è compatibile con gli strumenti della cultura ufficiale. In altre parole, un elemento di cultura “subalterna” è apprezzabile solo quando si rende omologabile con la cultura dominante. Solo così, secondo il Presidente, la zampogna diventerebbe “…uno strumento vero e proprio…” “…capace di poter dare il proprio contributo anche a orchestre classiche. Noi vogliamo che questo non sia l’eccezione, ma sia la regola…”.
E così via fino alla profezia occupazionale: “Da questa scuola potranno nascere nuove professioni che riusciranno a diffondere questo strumento in un mercato praticamente illimitato”. Difatti ce le immaginiamo le orchestre della Scala, del Regio, della Fenice, del Verdi, dell’Opera, del Petruzzelli ecc., bandire al più presto i concorsi di zampogna standard solista con obbligo di ciaramella standard di fila.
Fatto sta che la montagna molisana questo progetto non lo respira molto bene, e numerose note critiche lo bollano come sparata elettorale (sul filo delle ultime elezioni regionali Molisane), pertanto si dubita della sua effettiva realizzazione. Elettorale o no, certamente questo caso si può catalogare nell’ambito dei rapporti devianti e distorti che non poche istituzioni hanno nei confronti della cultura tradizionale e dei patrimoni immateriali. Una tendenza diffusa è quella di considerarli unicamente come risorse economiche, se non come limoni da spremere in favore delle amministrazioni, o di singoli amministratori. Questi, quando non vedono (o non sono in grado) di trarne un utile economico o d’immagine, si comportano come se non esistessero e ne lasciano scomparire anche le tracce. Quando invece sono interessati alle culture tradizionali, spesso le iniziative che le coinvolgono sono ispirate da logiche da supermercato. Nella situazione attuale, in cui anche le varie forme di arte e cultura ufficiale sono abbandonate (se non picconate) dal governo in carica, ancor meno considerate sono le culture tradizionali, in barba agli stimoli positivi che arrivano anche da parte dell’UNESCO. Per non parlare di chi magnifica le altrui tradizioni che hanno rilevanza mediatica, misconoscendo quelle che esistono dietro la propria porta di casa. Alla base c’è una sostanziale mancanza di competenza, che del resto possiamo osservare frequentemente anche in materia dei più disparati incarichi amministrativi. Fortunatamente, in molti casi esiste un apporto diretto e indipendente della popolazione, di singoli o gruppi di appassionati, che si muovono più correttamente perché coinvolti in prima persona. Il caso delle zampogne e delle pive italiane è uno degli esempi più evidenti in questo senso, perché vediamo non solo un grande revival nel recupero, nello studio e nell’evoluzione di questi strumenti, ma anche un notevole scambio e confronto tra le differenti aree interessate.
Vediamo ora quali sono i dettagli della vicenda, anche per voce dei diretti interessati:
Abbiamo ricevuto la notizia con un comunicato del “Comitato per la promozione del Patrimonio immateriale” (ICHNet), organizzazione indipendente che da tempo si occupa di creare una rete operativa tra varie realtà e operatori, per la salvaguardia e la valorizzazione delle culture tradizionali:
http://www.ichnet.net/news/zampognealtempodelleelezioni
Quindi abbiamo letto le brevi cronache della presentazione, dal sito della regione Molise:
http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4418
e similmente dall’Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica:
http://www.agenparl.it/articoli/news/regionali/20110928-molise-regione-rivaluta-e-promuove-la-zampogna
Dopo alcuni giorni dalla presentazione del progetto, è stato diramato un comunicato stampa dal “Circolo della zampogna” di Scapoli, che in fatto di promozione, salvaguardia e sviluppo della zampogna molisana (e non solo), è storicamente la massima autorità, e un ben riconosciuto punto di riferimento. Il comunicato critica capillarmente il progetto:
srcid=0B4OA5x1Rc7KtZmE1MWY1OTAtMzRjOS00MGY0LTk1YWMtNzA2OTNmNWYwN2Q3&hl=en_US
http://www.zampogna.org/circolo/index.php?mod=read&id=1317840416
L’8 ottobre Il musicista Piero Ricci, ritenuto uno dei migliori suonatori di zampogna, inventore della “zampogna standard” e coinvolto personalmente nel progetto, ha rilasciato una dichiarazione al quotidiano Primo Piano Molise:
Articolo P.Ricci-casozampogna
a cui è seguita una puntualizzazione del “Circolo della zampogna”:
http://www.futuromolise.net/politica/cultura-e-spettacolo/5841-la-puntualizzazione-del-circolo-della-zampogna-di-scapoli-progetto-della-zampogna-standard-.html
Oltre al “Circolo della zampogna”, La notizia ha indotto un preoccupato fermento tra i vari operatori locali; le prese di posizione sono prevalentemente dubbiose o critiche, come si può vedere dalla nota agli amministratori resa pubblica dalla classe di zampogna della scuola comunale di Riccia, dalla posizione del sindaco di Scapoli, come per altri interventi che indichiamo di seguito:
http://www.caffemolise.it/index.php/2011/10/08/zampogna-standard-continua-la-polemica/
http://www.caffemolise.it/index.php/2011/09/30/zampogna-standard-isorge-sparacino/
http://www.informamolise.com/ultime-notizie/71925-tedeschi-zampogna-difendiamola-da-imitazioni-e-sottoprodotti
http://www.alfonsotoscano.it/forum/Subject.asp?S_ID=787&H_ID=36&pageid=2&show=1
Al momento non è disponibile il testo preciso del progetto, e si presume che il dibattito potrà proseguire, anche in concomitanza e in misura della sua (dubbia) realizzazione.
La presenza sul web di Folk Bulletin agevola tecnicamente la possibilità di seguire, aggiornare e commentare i temi proposti, quindi invitiamo non solo i protagonisti implicati nella vicenda descritta, ma anche i lettori a intervenire nella sezione aperta dei commenti, non solo su questa specifica vicenda, ma anche più generalmente sui rapporti tra istituzioni e tutela dei patrimoni tradizionali.
A cura di Mario Gennari, 11/2011
Elisa dice
Salve, mio cognato ha una zampogna e spesso deve accordarla, perdendo molto tempo e, purtroppo, anche pazienza. Con tutto il rispetto per la zampogna tradizionale, devo dire che la zampogna standard risolverebbe questa seccatura. Vorrei sapere se è già in commercio. Le sarei grata se potesse darmi qualche informazione per un eventuale acquisto.