Accompagnato da un esauriente libretto di trenta pagine (che moltiplicate per 9 lingue fanno quasi 250) ed una confezione digipak al solito curatissima, esce questo nuovo lavoro di uno dei maggiori studiosi ed interpreti di musica antica in circolazione, il violista catalano Jordi Savall. Servirebbe un corposo volume per narrare la sua vita di straordinario strumentista e le sue “vicende” discografiche – è soprattutto conosciuto per la colonna sonora di “Tutte le mattine del mondo” – per cui soffermiamoci su questa sua recentissima registrazione, a nostro avviso una delle incursioni più riuscite nel mondo a cavallo tra la musica tradizionale e di composizione.
Stavolta Savall allestisce un autentico “dream team” mediterraneo che affianca musicisti di grandissimo livello provenienti da ben otto nazioni, dal Marocco fino all’Armenia passando dalla Catalunya ad Israele, dai Balcani per giungere all’Anatolia: il mondo ottomano quindi, che spesso conosciamo solamente attraverso stereotipi ma che presenta aspetti culturali e storici che hanno profondamente influenzato la storia di tutta l’area mediterranea, e non solo. Si va dalla metà del XV° secolo alla fine del XVIII°, dai canti di Abdulkadir Meragi fino alle composizioni di Mustafa Cavus, alle atmosfere etniche delle tradizioni armena, sefardita ed ebraica, un susseguirsi di suggestioni sonore che ci riportano agli antichi fasti di Istanbul che alla fine del Settecento era la più grande città europea nella quale vivevano fianco a fianco popoli e religioni diverse e che manteneva forte l’eredità bizantina grazie soprattutto alla comunità greco-ortodossa. In mezzo il regno di Solimano il Magnifico che ebbe il grande merito di allacciare rapporti con l’Europa Occidentale.
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Alessandro Nobis
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