Karl Potter, percussionista statunitense classe 1950 ma da anni residente sull’isola di Ventotene nell’arcipelago pontino, non ha avuto una maturazione artistica precisa, preferendo attingere da stili differenti come swing, bebop, jazz e latin sound per poi operare una sintesi e creare un suo suono personale. Una formazione che lo ha portato a collaborare con artisti diversi sia in Usa (Herbie Hancock, Charles Mingus, Alphonso Johnson, Dizzy Gillespie, Gato Barbieri) sia in Italia (Pino Daniele, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi). Piuttosto rada la produzione discografica a suo nome, nella quale spicca “Danza” (Finisterre 2005) ormai da tempo introvabile. Opportuna quindi l’idea dell’etichetta romana di rieditare quel titolo inserendo due brani nuovi e due remix originali, offrendo così l’opportunità di godere delle emozioni forti che provoca l’ascolto di questo autentico istrione del ritmo che, con il talento dell’esploratore di spazi nuovi per le percussioni di ogni tipo miscelate ad arte con strumenti etnici e contemporanei, ci conduce a suo piacimento in un viaggio sonoro fra Africa, Stati Uniti e Mediterraneo del quale è facile riconoscere il punto di partenza ma è praticamente impossibile scoprire in anticipo quale sarà l’arrivo.
Giacomo Sereni
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