Davvero una piacevole sorpresa questo secondo lavoro discografico della formazione milanese, assente dagli studi di registrazione dai tempi di “Noël Nouveau Est Venu” (2000). Se quel disco, interamente dedicato ai canti tradizionali francesi del periodo natalizio (noëls), aveva lasciato presagire quelle che avrebbero potuto essere le strade da percorrere per la formazione, “Je N’irai Plus Aux Champs” certifica che il percorso è a buon punto e che una nuova frontiera di contaminazione tra folk e altro è stata varcata. Se nel precedente disco l’uso, peraltro moderato, di tastiere e organo aveva indicato una possibile evoluzione verso il “progressive” degli anni Sessanta e Settanta, ora il ricorso frequente all’hammond e addirittura al mellotron, sapientemente miscelati con le timbriche usuali di cornamuse, ghironde e voci femminili, ci fa capire che la direzione è stata presa a passo sicuro, per il piacere delle nostre orecchie. Certo l’ingegner Laurens Hammond, inventore (1935) dell’organo che da lui prese il nome, non si sarebbe mai immaginato che il frutto del suo genio potesse sposarsi così bene con le melodie tradizionali del Centro Francia, in particolare con quelle raccolte dalle ricerche sul campo di Achille Millien nel Nivernais e nel Morvan. Ma così è, e solo l’ascolto potrà convincervene. E tanto sono, a ragione, convinti di quello che stanno facendo i nostri amici Picotage, che addirittura suggeriscono un gioco di parole come estrema sintesi del proprio progetto artistico: da “musique du monde” a “musique d’Hammond”. Ciò detto, fatta salva l’efficacia del contributo di Daniele Caldarini all’organo e al mellotron, resta comunque la considerazione che è l’insieme la notevole forza di Picotage, il grande equilibrio apportato al suono comune dalle belle voci di Marie Antoniazzo e Nadia Marolli, dalle struggenti cornamuse di Gabriele Coltri (la cui anima “progressive” ha finalmente il modo di liberarsi pienamente), dalle ghironde e cornamuse di Marc Novara e Walter Rizzo. Un disco di gran pregio, che testimonia –se ancora ce ne fosse bisogno- delle infinite possibilità del folk di essere una musica camaleonticamente capace di legare passato prossimo e passato remoto in un costruttivo “melting pot” che attraversa i decenni rimanendo sempre fedele a se stesso.
Roberto G. Sacchi
Picotage – “Je n’Irai Plus aux Champs” (CD)
Folkclub Ethnosuoni – ES5376, 2008
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