L’abbraccio del Piemonte rivolto a uno dei suoi più illustri cantori per la presentazione della sua seconda “fatica” editoriale postuma: “Il Canzoniere del Piemonte”, ideale prosecuzione e completamento di “Con la ghironda in spalla”, presentato lo scorso anno. La fredda cronaca della serata potrebbe chiudersi anche qui, con le immagini della coda di persone che pazientemente, al freddo, attendevano di poter entrare (e tanti non ce l’hanno fatta) e con la lunga (forse anche troppo) teoria della esibizioni sul prestigioso palco del Conservatorio. Una serata di celebrazione e anche di contenuta festa (la mancanza di Alberto è ancora per molti un’assenza lancinante) protesa a rappresentare quarant’anni di musica piemontese e di canzone politica: fare nomi e trascurare qualcuno potrebbe risultare sgradito ai più ma le presenze sonore delle persone che più si sentono debitrici ad Alberto (Celeste Ruà con i suoi Joli Gaubi, Flavio Giacchero già dei Li Barmenk, il giovanissimo violinista Edoardo Grieco) hanno commosso il pubblico. Come un tuffo nella memoria è stato rivedere sullo stesso palco Donata Pinti e quasi tutti i componenti più o meno storici del Cantovivo e riascoltare Fausto Amodei, Silvio Orlandi, la Lionetta, i Cantambanchi, e uno sguardo sul presente con Dino Tron e Daniele Ronchail, Isa, gli Egin e tanti altri ancora.
Terminate le celebrazioni ufficiali, ora il ricordo di Alberto si stempererà nel quotidiano e ognuno cercherà il modo migliore per non sentire troppo la sua mancanza: in questo senso, il Premio Alberto Cesa, coordinato con il concorso “Suonare@Folkest” e organizzato in collaborazione con Ita, erede culturale del fratello, è già in pieno movimento, portando il nome e la memoria di Alberto in ogni angolo d’Italia.
Roberto G. Sacchi
gloria berloso dice
A Torino, il 4 dicembre c’ero anch’io, era tempo che non respiravo un’aria così pulita in mezzo alla piazza dove ho trovato un’ora prima del concerto dedicato ad Alberto Cesa, una fila di persone, compagni, amici, giornalisti e musicisti. La coda poi diventata una serpentina lunghissima era silenziosa, composta e ciò mi ha dato tanta gioia pensando ad Alberto e la sua Torino Rossa, canzone che io amo particolarmente ed alla mia dolcissima e cara amica Ita, che ringrazio infinitamente per avermi citato.
Tengo a ricordare che i libri di Alberto Cesa sono un’opera culturale storica di notevole valore per la sua unicità. Nonostante la bellissima serata ed il contributo degli artisti del Canzoniere, non sono riuscita a trattenere le lacrime perché Alberto, la sua voce e la sua generosità mi mancano tanto quanto mi mancano le canzoni popolari cantate con il cuore.
alessandro nobis dice
Libro introvabile a Verona. Ripetutamente richiesto in libreria, non è mai arrivato. Peccato.