A dieci anni di distanza dall’affascinante “Kernelec” (a quanto pare definitivamente introvabile), Kristen Noguès torna con un’opera tutta sua, dopo numerose partecipazioni a progetti vari. Un disco molto atteso, che ha riacceso le discussioni tra estimatori e scettici di questa musicista e interprete, figura storica del rilancio e del rinnovamento musicale bretone di fine Novecento. Faccio parte della prima categoria (ala estremista) e mi perdonerete, spero, se non esito a riconoscere in An Evor un opera di alto valore, ispirato, emozionante, imprevedibile, appagante.
Di fronte a composizioni del genere mi sembra più vero che mai quel detto di non so più chi secondo cui parlare di musica è come pretendere di ballare di architettura. Né ho l’ispirazione poetica di Riccardo Del Fra, che firma una prefazione, in francese, in perfetta sintonia con l’atmosfera del disco.
Prosaicamente, devo fornirvi delle indicazioni. Se pensate allo stereotipo del disco per arpa “celtica”, o se cercate rilassamento “new age” passate ad altro. An Evor è musica bretone – quasi interamente contemporanea – interpretata all’arpa, con occasionale sostegno di basso elettrico e l’aggiunta di qualche sobrio effetto, da uno dei maggiori esponenti musicali di questa regione.
Il titolo è quello della poesia di un altro contemporaneo molto amato da chi conosce e ama la Bretagna, Yvon Le Men. L’arpista musicò e cantò il testo già qualche anno fa su “La seule aventure” (su etichetta Kerig, distr. Coop Breizh) poesie scritte e lette da Le Men con interventi di Noguès e Y-F Kemener.
Fredda e cerebrale per alcuni, la musica essenziale di Noguès esige attenzione e abbandono. Chi ce la mette ottiene ricompensa non da poco: avvicinare, forse svelare l’anima più profonda e nascosta di Bretagna. Ma è musica che parla all’anima, dunque senza confini. Indicato per chi sa ancora mettersi ad ascoltare, in silenzio. Per chi non ha paura di ascoltarsi.
Luca Pedrone
Noguès, Kristen – “An Evor” (CD)
Coop Breizh – CD882, 1999
Flavio Poltronieri dice
Trovo decisamente fuorviante inserire l’mmagine dell’LP Marc’h Gouez (mai ristampato, neppure in CD) e la recensione di An Evor (ben 23 anni li separano!).